Il governatore della Liguria insiste sulle primarie e ritiene la proposta di Berlusconi superata dal tempo: «Eravamo già alleati con l'Udc alle Europee e abbiamo preso solo l'8%». I margini per ricomporre la frattura sembrano ormai inesistenti
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Giovanni Toti si appresta a partecipare al tavolo delle regole dove formalizzerà le sue dimissioni. La decisione era nell’aria già da qualche giorno, ma si conferma ulteriormente con la diretta facebook che il governatore della Liguria ha postato poco prima dell’inizio della riunione. Dalle sue dichiarazioni arriva una bocciatura sonora alla proposta di creare l’Altra Italia formulata da Berlusconi nella giornata di ieri.
“Altra Italia è un nome, una suggestione, anche bella per quanto mi riguarda, di cui si è cominciato a parlare nel 2017. Sarebbe una sorta di federazione di una Fi sempre più esangue con alcuni cespugli di centro con cui stiamo insieme dal 1994. Come progetto di futuro sa tanto di passato, di auto d’epoca. Non pagheremo il bollo come avviene per le auto d’epoca, ma difficilmente andremo da qualche parte con questi mezzi. L’alleanza tra Fi e Udc e altri cespugli – ricorda Toti – l’abbiamo sperimentata alle ultime elezioni europee raggiungendo un croccante 8%. Mi sembra un bel progetto per i primi anni ‘90 e non certo per il 2020 e per il centrodestra che dovrà venire nei prossimi anni”.
Bocciatura sonora anche perché la nuova trovata del Cavaliere chiuderebbe comunque alle primarie.
“Le poltrrone dell’Altra Italia – dice ancora Toti - sono le stesse di questa Italia che hanno portato Fi al 6%. Dove sta la novità? Spero di capirla, ma non la capisco. Dalle dichiarazioni di Berlusconi non c’è spazio per le primarie e questo è inaccettabile”.
Per il governatore della Liguria questa proposta di Berlusconi finirebbe con l’annacquare l’identità del partito.
“Una federazione di centro equidistante tra Pd e gli amici della Lega non è casa mia, non è il posto dove si può ricostruire il centrodestra. Continuo a dire: ben venga Altra Italia, l’Udc, i cattolici, ma in un grande momento costruttivo dove le facce, le poltrone e la linea politica vengono messe in discussione in modo aperto davanti ai nostri elettori. E poi – conclude Toti -non siamo equidistanti dal Pd ma siamo gli avversari del Pd in maniera convinta. Se le grandi opere in questo Paese non ci sono qualche colpa l’avrà anche Toninelli, ma le grandi responsabilità sono dell’ambientalismo del Pd. Deve essere chiaro noi siamo il centrodestra e siamo alleati con Lega e Fdi e con questi partiti vogliamo tornare al governo del Paese”.