I due primi cittadini in una nota congiunta: «Strumentalizzazioni di natura politica, che rischiano di creare soltanto confusione ed incentiva un clima di tensione»
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«Non è la prima volta che Pietro Molinaro emana sentenze relativamente alle Terme Luigiane. Finora, avendo ben capito la pochezza politica e di conoscenza dei fatti della persona, non avevamo inteso né replicargli, né, tantomeno, cogliere le provocazioni tentate, insieme alle ricostruzioni assurde e per nulla veritiere che scrive. Ma ora basta! Ormai la misura è colma! Non possiamo più consentire una mistificazione della realtà giunta, ormai, a livelli inaccettabili».
Così in una nota congiunta i sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti replicano alle dichiarazioni del consigliere regionale della Lega Pietro Molinaro.
«Tutto è comprensibile, persino il fatto che, nel disperato tentativo di raccogliere, probabilmente, consensi che non si hanno più, per le prossime consultazioni regionali, si dicano cose che stanno al di fuori da ogni ragionevolezza. Ciò sarebbe comprensibile anche in virtù dell’antico e saggio adagio, secondo il quale si valuta ciò che viene detto, sempre in funzione di colui che parla.
Pur tuttavia, non è assolutamente consentito a nessuno di offendere la dignità e l’intelligenza delle persone.
Nascondersi, peraltro maldestramente, dietro le paure dei lavoratori, senza pensare o porsi il problema di tutelare ed incentivare il rilancio del territorio e delle nostre comunità, è davvero inaccettabile, oltre che atteggiamento qualunquista e superficiale».
I due sindaci sottolineano che «la vicenda delle Terme Luigiane, infatti, sta seguendo il corso che, nel pieno rispetto della legge, hanno intrapreso le amministrazioni di Acquappesa e Guardia Piemontese.
Percorso che prevede, dopo il rientro nel possesso, da parte dei Comuni, dei beni del Compendio Termale di loro proprietà (finalmente completato il 17 febbraio scorso), il completamento dell’iter procedurale del Bando di Gara per l’individuazione del nuovo soggetto gestore della risorsa termale e di tali beni (che se non in possesso dei Comuni non sarebbero potuti entrare nel bando di gara) e, contestualmente, la prosecuzione delle attività termali per la prossima stagione ormai alle porte e fino all’individuazione del nuovo gestore, in capo alla stessa società che ha gestito finora tale risorsa, a cui, le Amministrazioni Comunali, hanno già inviato specifica nota, comunicando la loro disponibilità e chiedendo alla società stessa una proposta tecnico-economica da valutare.
È chiaro, dunque, che ci troviamo di fronte a strumentalizzazioni di natura politica, che rischiano di creare soltanto confusione ed incentiva un clima di tensione, che, in questo particolare momento, non giova a nessuno.
E’ ora, quindi, di finirla con questa macchina del fango,che, qualcuno, sta tentando di far avviare. E ci riferiamo non solo al personaggio di cui abbiamo già detto, bensì anche a qualche altro soggetto che, a quanto pare, con gli stessi obiettivi maldestramente celati, sta cercando di procedere in tal senso.
E non vogliamo nemmeno soffermarci sulle assurdità e sulle urla di qualcuno, che inneggia alla vergogna, rivolgendosi ad Amministratori pubblici e Funzionari, facendosi scudo dietro qualche microfono. Ma tutti sanno che, probabilmente, la vergona dovrebbe ricercarla in casa propria, per i fatti avvenuti in quel di Catanzaro, che sono stati e sono sulle varie testate giornalistiche (quelle reali e, soprattutto, quelle obiettive, sia ben inteso!).
Rispettiamo infatti il pensiero di tutti, anche di chi interpreta leggi e documenti a modo suo, pur se, vuoi per professione, vuoi per esperienza, dovrebbe invece interpretarli in maniera corretta e, sicuramente, più obiettiva. Ma tant’è!
Ribadiamo in ogni caso di essere, anche con il supporto di legali e di professionisti, in un percorso che rispetta pienamente la legalità e che è finalizzato allo sviluppo ed al rilancio delle nostre comunità e del comprensorio.
Per carità, non pretendiamo che tutti siano all’unanimità d’accordo con la procedura che stiamo portando avanti. Potremmo anche essere presuntuosi e dire “leggete le carte, prima di parlare e, se non sapete leggere, fatevele leggere da qualcuno che sa farlo”, ma non vogliamo essere, appunto, presuntuosi.
Vogliamo, invece, rispettare il pensiero di tutti, anche di chi non vede di buon occhio la fine di un monopolio e l’inizio della valorizzazione della risorsa pubblica a vantaggio di tutta la comunità e non solo del privato. Questo è un conto ed è legittimo. Ciò che, invece, è illegittimo e, quindi inaccettabile, è il voler ad ogni costo far vedere il marcio lì dove non c’è, magari per nasconderlo lì dove, veramente, potrebbe esserci.
Invitiamo, quindi - concludono - tutti a rientrare nei canoni della ragionevolezza e, soprattutto, del rispetto delle persone, prima ancora che delle istituzioni. Una cosa è il non essere d’accordo e palesarlo,altra cosa è oltraggiare, gettare fango e mancare di rispetto a istituzioni democraticamente elette, le quali, a differenza del consiglio regionale decaduto ed in attesa di rinnovo, sono nel pieno delle proprie funzioni».