di Claudio Labate
Cresce la tensione nel centrodestra dopo le dichiarazioni di Wanda Ferro che proprio ieri ha minacciato di candidarsi alla presidenza della Regione Calabria, mettendo in dubbio gli accordi pregressi con la coalizione. Non v’è dubbio che l’esponente catanzarese di Fratelli d’Italia abbia covato dentro di sé il desiderio di essere lei la candidata alla presidenza per il centrodestra ma dire che si passerà dalle parole ai fatti è forse eccessivo.

D’altra parte, la questione rimane puramente una questione nazionale, legata alla composizione del Consiglio di amministrazione della Rai, dal quale è rimasto escluso proprio il rappresentante di Fratelli d’Italia, per via del fuoco amico, proveniente dagli alleati.

È quindi facile pensare che Wanda Ferro abbia esclusivamente eseguito un ordine di scuderia provando a destabilizzare la coalizione (così come fatto da Giorgia Meloni che ha disertato la presentazione del candidato sindaco di Milano). Ma la questione potrebbe andare al di là dell’affaire Cda Rai, se si pensa all’idea di partito unico sventolata da Matteo Salvini con la complicità di Forza Italia.

Dunque, se si vuole dare una scossa, anche decisa, alla coalizione – è il ragionamento dei meloniani – occorre colpire laddove Forza Italia continua a mantenere un certo consenso, come in Calabria. La minaccia della candidatura della Ferro, nasce quindi in un contesto nazionale che vede Fratelli d’Italia, in forte ascesa dal punto di vista dei consensi (almeno così dicono i sondaggi), scavalcando la Lega, e con una Forza Italia che non riesce a raggiungere il 7%. Un modo insomma di dare un colpo anche all’asse tra il Carroccio e gli azzurri, con alcuni di questi ultimi impegnati a ricollocarsi politicamente e dare un orizzonte lungo al partito nel dopo Berlusconi.
Tuttavia in diversi ambienti del centrodestra calabrese ventila aria di ottimismo, convinti del fatto che alla fine tutti i cocci torneranno al loro posto.

Fdi in subbuglio

Ma se Fratelli d’Italia prova a mostrare i muscoli con Wanda Ferro, c’è un’altra Fratelli d’Italia che sta assistendo ad una lotta senza quartiere. Secondo alcuni bene informati la costituzione delle liste per le regionali segnerà una sorta di spartiacque con il passato. D’altra parte Wanda Ferro – che avrebbe fatto asse con Fausto Orsomarso e Denis Nesci commissario del partito a Reggio – non potrebbe sopportare il ripetersi delle disavventure giudiziarie capitate a diversi, forse troppi, esponenti del partito. E così da segretario della Commissione parlamentare antimafia perora convintamente la causa del controllo preventivo delle liste da parte della Commissione, lasciando l’incombenza di scaricare qualche personaggio scomodo all’organismo parlamentare.

E se a Cosenza Morrone difficilmente riuscirà a scalfire la leadership di Fausto Orsomarso, sostenuto dai piani alti del partito, a Reggio la situazione appare più complicata. Il Commissario Nesci, che molti descrivono come uomo solo al comando, avrebbe fatto un accordo con il consigliere uscente, campione di preferenze, Giuseppe Neri. L’idea è quella di far riconfermare quest’ultimo, puntando dritto al Parlamento. Ma i piani del Partito sarebbero diversi, e a Nesci avrebbero riservato una riconferma per il Parlamento si, ma europeo.

Quote rosa

E movimenti si registrano anche sul fronte delle cosiddette quote rosa. Al di là delle voci che vorrebbero un avvicinamento di Tilde Minasi, consigliere uscente in quota Lega, al partito di Giorgia Meloni, sgomitano per un posto al sole anche due vecchie conoscenze della politica reggina: Monica Falcomatà e Giovanna Cusumano. La prima si è posizionata sulla stessa barricata di Nesci e Neri, mentre la seconda sarebbe schierata al fianco di Giovanni Calabrese, sindaco di Locri in queste ultime settimane al centro del dibattito interno del partito. Difficile capire, ora, come evolverà la situazione, ma un dato è certo: in Calabria la composizione delle liste è stata assegnata a Giovanni Donzelli, tra l’altro amico da una vita con Calabrese dai tempi del Fuan.