La situazione del porto di Gioia Tauro a seguito dell’entrata in vigore del “pacchetto climatico” e, in particolare, della Direttiva “Fit for 55” ha acceso un ampio dibattito che dalla Calabria arriva fino a Bruxelles. Ma è evidente che proprio in Europa si gioca la partita che potrebbe segnare il de profundis per l’infrastruttura calabrese. Per questo abbiamo parlato con l’eurodeputata calabrese del M5s, Laura Ferrara, per fare il punto della situazione.

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Partiamo dall’inizio, ci spieghi cosa prevede la direttiva “Fit for 55”...
«Con la direttiva 2023/959, il campo di applicazione dello European Emission Trading Scheme ("EU ETS", cioè il sistema europeo per lo scambio di quote di emissioni CO2) è stato esteso al trasporto marittimo ciò con l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno un 40% entro il 2030. Si tratta del caposaldo della politica dell’Unione per affrontare i cambiamenti climatici riducendo le emissioni di gas a effetto serra (GES) in modo economicamente efficiente. Si mette in pratica il principio secondo cui chi inquina paga».

Voi del M5s perché avete votato a favore delle direttiva? Non vi eravate resi conto del pericolo per il porto di Gioia Tauro e gli altri porti europei che così rischiano di perdere competitività rispetto a quelli extra Ue?
«Il voto del Movimento 5 stelle è, appunto, un voto a favore della riforma del sistema di scambio delle quote emissioni. Un voto a favore delle future generazioni e dell’impegno preso con milioni di giovani di lasciargli un pianeta più sano. Proprio io, durante la scorsa legislazione, sono stata relatrice della direttiva europea sulla responsabilità ambientale grazie alla quale tutti i cittadini europei potevano vedersi riconosciuto il diritto a vivere in luoghi più tutelati, dove chi violenta l’ambiente viene chiamato ad assumersene le responsabilità e a risponderne economicamente e giuridicamente».

Sulla tutela dell’ambiente siamo tutti d’accordo, ma qui c’è in gioco anche altro….
«Va bene ma non si può lasciar passare il messaggio che abbiamo votato norme che penalizzano i nostri porti. Io stessa, con apposita interrogazione, ho chiesto tutele per il porto di Gioia Tauro, affinché attraverso la direttiva non venissero favoriti porti nordafricani usati dai grandi armatori come transhipement».

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E come si può impedire una cosa del genere?
«La Commissione europea ha messo a tacere chi ha preferito fare allarmismo e tacciarci di essere “nemici del porto di Gioia Tauro” nonostante i fatti. Nella bozza del regolamento di implementazione alla nuova direttiva Ets è stata infatti inclusa una misura anti-evasione specifica per affrontare il rischio di delocalizzazione delle attività di trasbordo di container dai porti dell’Ue ai porti limitrofi extra-Ue, nello specifico ai porti nordafricani di Tangeri e Port Said. Ciò non permetterà di eludere la nuova disciplina europea e mette in salvo lo scalo calabrese. Personalmente continuerò a monitorare i lavori affinché ciò rimanga invariato».

Ma ora a che punto siamo?
«Le modifiche introdotte con la revisione della direttiva (UE) 2023/958 del 2023 e della direttiva (UE) 2023/959 sugli impianti fissi, l’aviazione e il trasporto marittimo devono essere recepite dagli Stati membri entro il 31 dicembre 2023. Mi auguro che il Governo si mostri responsabile e non si ponga al di fuori degli obiettivi europei. Se l'impatto delle attività di trasporto marittimo sui cambiamenti climatici aumentasse come previsto del 14% tra il 2015 e il 2030 e del 34% tra il 2015 e il 2050, le riduzioni realizzate da altri settori per lottare contro i cambiamenti climatici risulterebbero seriamente compromesse e di conseguenza lo sarebbe l'obiettivo della neutralità climatica dell'Unione al più tardi entro il 2050».

E quindi?
«Nella bozza degli atti di esecuzione del nuovo regolamento è prevista l’estensione del pagamento della tassa anche agli armatori che decidono di fare scalo nei porti del Nordafrica se la loro destinazione finale è all’interno dell’Ue. Ciò non permetterà di eludere la nuova disciplina europea e mette in salvo lo scalo calabrese. Una doppia vittoria, questa, a favore della leale concorrenza e soprattutto della tutela degli ecosistemi».