Il centrosinistra dopo aver rischiato di implodere ancora prima dell’inizio delle trattative ha deciso di raddoppiare per recuperare Carlo Tansi.

E così i tavoli di discussione in vista delle prossime regionali sono diventati due: uno per l’elaborazione del programma, l’altro per la scelta del candidato governatore.

A convincere Carlo Tansi a ritornare sui suoi passi dopo la clamorosa rottura di qualche giorno fa sono stati i Cinque Stelle grazie anche alla mediazione del deputato Alessandro Melicchio. Di fatto il Movimento ha così scavalcato l’azionista di maggioranza e cioè il Pd guidato dal commissario regionale Stefano Graziano che rischia adesso di pagare una posizione di marginalità.

In buona sostanza se Carlo Tansi è ritornato al tavolo delle trattative evidentemente ha avuto le giuste garanzie dai Cinque Stelle che potrebbero adesso appoggiarlo come possibile candidato governatore della coalizione. Certo non mancano i distinguo tra le altre forze politiche e civiche e rimane la posizione critica del Pd sul nome dell’ex capo della Protezione civile regionale, ma adesso il processo avviato potrebbe essere difficilmente governabile secondo i precedenti criteri.

Sempre che un percorso esista davvero perché Carlo Tansi dopo qualche ora rispetto alla nuova apertura nei confronti del centrosinistra si è nuovamente scagliato contro il partito unico della torta e ha confermato di voler andare avanti con le sue liste dialogando con tutti anche il centrodestra, ma con l’eccezione della Lega. «Una spina nel fianco della casta» si è definito il leader di Tesoro Calabria in quella che sembra una nuova “strambata”, per usare un linguaggio caro ai velisti, nel percorso di avvicinamento alle elezione.

Confusione totale insomma che il Pd difficilmente riuscira a gestire. Anche perché i democrat al momento non solo non sono riusciti a gestire il tavolo, ma non hanno neanche un nome pronto e spendibile per convincere tutti, anche a causa delle profonde divisioni interne tra correnti e province.

Per di più i nomi fin qui fatti, il deputato Antonio Viscomi, l’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto o lo stesso ex ministro dell’Interno Marco Minniti non convincono gli alleati e il rischio per Graziano e compagnia è quello di ritrovarsi in minoranza e dover subire le decisioni altrui. Specialmente se la data delle regionali dovesse essere confermata per il 14 febbraio, con la conseguente necessità di arrivare ad una sintesi in tempi rapidissimi.