L'ex ministro e leader del partito interviene anche sulla crisi nel Terzo polo: «Calenda e Renzi non sono come Sandra e Raimondo, perché loro litigavano ma si volevano bene»
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«In Regione Calabria possiamo tornare a essere un punto di riferimento stabile a supporto dell'azione del presidente Occhiuto». Lo ha detto il leader di Noi con l'Italia, Maurizio Lupi, intervenendo a Gizzeria (Catanzaro) al coordinamento regionale del partito che ha ufficializzato l'adesione del consigliere regionale Antonello Talerico.
«La nostra presenza autorevole in Consiglio regionale – ha sostenuto Lupi - diventa un elemento importantissimo per continuare ad aiutare il presidente Occhiuto a vincere la sfida delle sfide. Abbiamo risorse da spendere, la sfida del Pnrr, la sfida delle grandi infrastrutture in Italia e in Calabria: si ritorna a parlare del Ponte sullo Stretto, dell'Alta Velocità. E poi tutti i fondi europei che devono essere spesi. E allora l'autorevolezza e l'esperienza che possiamo portare in Consiglio regionale diventa il contributo di Noi con l'Italia, una politica responsabile, concreta, seria, attenta ai bisogni della gente e dei territori».
«È questo ha rimarcato Lupi - il motivo per cui siamo qui e siamo contenti di avere finalmente un punto di riferimento in Regione. E in Consiglio regionale – ha sostenuto il leader di NcI - mi sembra che stiamo già dimostrando di lavorare bene».
Lupi: «Calenda e Renzi non sono come Sandra e Raimondo, perché loro litigavano ma si volevano bene»
Carlo Calenda e Matteo Renzi, per Lupi, «non sono né Sandra Mondaini né Raimondo Vianello, perché Sandra e Raimondo litigavano ma si volevano bene, ma qui litigano e non si vogliono neanche bene».
«Durante le elezioni politiche – ha aggiunto Lupi - avevamo detto che il terzo polo era un'astrazione, che non si fa una proposta politica se non c'è un elemento di coesione, che era una strategia per portare via un po' di voti dal centrodestra ma essendo a sinistra e i fatti lo hanno dimostrato. Quindi – ha sostenuto il presidente di NcI - mai rincorrere un centro che non è un centro, anche perché la condizione indispensabile di una proposta politica di centro è quella del governo. Quando poi, in un sistema bipolare, finalmente c'è un governo politico, o stai in maggioranza o stai all'opposizione, stare in mezzo non ha alcun senso. E poi – ha concluso Lupi - si lavino i loro panni da soli».