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LAMEZIA TERME - Il Partito Democratico farà le primarie. Il nuovo capitolo di quest’infinita telenovela estiva lo scrive il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini che appena rientrato dalle vacanze negli Stati Uniti ha subito provato a fare chiarezza sul caso Calabria riportando le lancette dell’orologio a quel pomeriggio del 30 giugno scorso.
Primarie sì. Agroalimentare di Lamezia Terme, assemblea regionale dei 300, al tavolo presidenziale, oltre al segretario Magorno, c’era proprio lui, il numero due del Pd, Lorenzo Guerini. Quel giorno i delegati approvarono pressoché all’unanimità il via libera alle primarie da svolgersi il 21 settembre. Ieri il vice di Matteo Renzi non solo non ha fatto un passo indietro, ma ha chiaramente ribadito la linea da seguire: avanti con la strada tracciata quel lunedì 30 giugno, quindi primarie confermate e nessuna inversione di marcia, bensì un forte accelerazione impressa affinché le consultazioni si svolgano il prima possibile. Preferibilmente il 14 settembre o, al massimo, il 21. Non oltre.
Addio al Papa Nero. La macchina organizzativa si è subito messa in moto. Ieri a Lamezia nuova riunione del comitato alla presenza dei tre candidati che, uno dopo l’altro, hanno ribadito l’intenzione di andare fino in fondo. Lo ha detto e ripetuto più volte Gianni Speranza, lo ha detto e lo ha ridetto anche ieri Mario Oliverio, smentendo chiaramente l’ipotesi di una sua eventuale promozione a sottosegretario di governo, lo ha twittato sgombrando dal campo ogni dubbio o equivoco Gianluca Callipo che, in perfetta sintonia con la segreteria nazionale, ha scritto: “Nessun passo indietro, anzi un balzo in avanti verso le primarie di coalizione”. Niente Papa Nero, insomma. Il candidato governatore del centrosinistra verrà fuori attraverso lo strumento più democratico in assoluto, quello delle primarie. (mf)