Una formazione eterogenea che intende mettere assieme ecologisti e popolari. L’esponente di centrodestra: «Difesa del Creato e impegno per la legalità»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
di Claudio Labate
«All’indomani della fondazione di ‘Verde è popolare’, coi quaranta soci costituenti salgo al santuario di Polsi, un gesto simbolico per unire indissolubilmente la difesa del Creato e l’impegno per la legalità». Così, con un tweet mattiniero, Gianfranco Rotondi lancia la nuova associazione “Verde è popolare”, presentata ufficialmente ieri a Siderno dopo due giorni di incontri e riflessioni, che porterà il proprio saluto al convegno di Polsi Ambiente 2021 sul tema “Ambiente e legalità”.
Una formazione eterogenea che intende mettere assieme ecologisti e popolari, e non è un caso che oltre a Rotondi, vice capo gruppo di Forza Italia alla Camera e Presidente della fondazione Dc, con il ruolo di presidente della nuova creatura politica, ci sia anche Paola Balducci, leader storica dei Verdi, che avrà l’incarico di portavoce.
«Io sono e resto un uomo di centrodestra. Paola Balducci è e resta una donna di sinistra. Insieme abbiamo fondato ‘verde è popolare’. Vuol dire solo che il mondo è cambiato». E Rotondi liquida così gli interrogativi che in tanti si sono posti sulla reale possibilità di convivenza tra uomini e donne di estrazione politica diversa.
In una intervista rilasciata alla collega Anna La Rosa, proprio a margine della presentazione di “Verde è popolare”, lo stesso vice capogruppo degli azzurri alla Camera, ha spiegato che per capire cosa è nato ieri a Siderno, bisogna pensare all’Associazione del buongoverno di Giuliano Urbani nel 1994: ‘Verde è popolare’ è una associazione che vuole elaborare un programma di governo per l’Italia del futuro. Lo farà ponendosi come un’associazione aperta e senza alcuna preclusione ideologica nei confronti di chi vuole dialogare sui temi dell’ecologismo e della legalità. Il punto di riferimento? «In questo momento, sottolinea Rotondi, è il capo del Governo Draghi che ha messo in campo una serie di iniziative, definite coraggiose, in tema ambientale».
«Come nel 1994 – ha detto Rotondi all’Agenpress - intendiamo partire dalla piattaforma programmatica, in modo più pubblico rispetto a Urbani, ovvero meno università e più impresa e poi presentare queste proposte a una serie di personalità che riteniamo possano dare un contributo per lo sviluppo dell’Italia, proprio come allora successe con Berlusconi». E a chi gli ha fatto notare che i Verdi sono storicamente riconosciuti come quelli del “no”, Rotondi fa in qualche modo spallucce, osservando «L’onorevole Balducci, leader storica dei Verdi, ha detto che la stagione del no è stata rovinosa ed è finita. E il discorso è chiuso qui».