«Sibari-Sila? Allo stato attuale l’unica speranza per completare l’opera e istituire la Provincia della Sibaritide – Pollino – Magna Grecia». Non usa mezzi termini il sindaco di Acri Pino Capalbo che, ospite del tg di LaC News24, ha affrontato anche il tema di un’infrastruttura che avrebbe dovuto rappresentare un punto di svolta per il sistema dei trasporti nel Nord-Est della Calabria, e che invece rappresenta allo stato attuale un'altra “eterna incompiuta”.  Un’arteria strategica pensata per connettere l’Alto Jonio, la piana di Sibari e la Statale 106 con il cuore dell’altopiano Silano in soli venti minuti.

L’argomento della Sibari – Sila, è stato trattato dal sindaco di Acri Capalbo, dopo che il Consiglio Comunale della città silana, ha approvato l’adesione alla proposta di istituzione della nuova Provincia della Sibaritide-Pollino-Sila Greca. Il primo cittadino, tra l’altro anche consigliere di minoranza della Provincia di Cosenza, considera l’arteria di comunicazione che dovrebbe collegare la Sila con la Sibaritide, passando anche per il territorio comunale di Acri, tra i benefici per la sua città in una probabile istituzione del nuovo Ente.

«Partiamo dal presupposto che si parla dell'istituzione di questa nuova Provincia dal 1990, non è  una cosa recente – afferma Capalbo ai microfoni di LaC – . È chiaro che la Sibari-Sila rappresenterebbe per noi un'arteria di comunicazione che ci consentirebbe di collegarci direttamente con la Sibaritide. Serve dunque la ripresa dei lavori della Sibari-Sila. Questa è un'opera i cui lavori sono iniziati nel 2009, sono dunque trascorsi 16 anni. Nel 2019 ha compiuto 10 anni – aggiunge Capalbo –, e finora sono stati spesi oltre 46 milioni di euro per realizzare quello che viene definito tecnicamente un primo lotto funzionale». E ancora: «Io credo che se si dovesse realizzare questa nuova Provincia, sia interesse dei 57 comuni aderenti, fare in modo che quest'opera venga realizzata». 

I cantieri della Sibari-Sila presero il via nel 2007. Di quella che sarebbe dovuta diventare un’arteria stradale lunga circa 20 km, ad oggi sono stati completati solamente due gallerie e sette viadotti, uno dei quali sovrasta il centro arbëreshë di San Demetrio Corone, su un tratto di appena 2,5 km. Il costo di questa incompiuta? Ben 48 milioni di euro di fondi pubblici.

Tra i tanti punti oscuri di questa infrastruttura c’è anche quello legato alla sua effettiva titolarità. Un progetto voluto inizialmente dall’ex presidente della Provincia, Mario Oliverio, che, una volta eletto governatore della Calabria, aveva promesso di trasferirlo sotto la gestione regionale.

Eppure, sono trascorsi quasi vent’anni da quando la Provincia di Cosenza concepì questa opera, stanziando inizialmente 21 milioni di euro, salvo poi ritrovarsi a spenderne oltre il doppio senza portare a termine nulla di concreto. Un’ulteriore particolarità di questa vicenda è che i lavori, nel 2009, non partirono né da valle né a monte, bensì da un punto intermedio del percorso, una scelta insolita e fuori dagli schemi.

Nel febbraio 2022, la Sibari-Sila era stata inserita tra le tre infrastrutture segnalate dall’Unione delle Province Italiane (Upi) all’interno della mappatura delle opere strategiche dal punto di vista socio-economico, ritenute fondamentali per le comunità locali e i sistemi economici del territorio, e presentate al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (ex Mit). Per il completamento e la modernizzazione di questa strada erano stati richiesti ulteriori 116 milioni di euro, oltre ai fondi già trasferiti dalla Regione alla Provincia.

Nel 2023, invece, era emersa la notizia che la Provincia di Cosenza avrebbe dovuto avviare la gara d’appalto per completare il primo lotto funzionale, tra i comuni di San Demetrio Corone e Acri. Di quella procedura, però, non si è più saputo nulla. Il dossier, infatti, era tornato nelle mani della Regione dopo che il tentativo della Provincia di assegnare i lavori era fallito, poiché nessuna delle imprese selezionate aveva potuto eseguire gli interventi a causa di problematiche burocratiche, tra cui interdittive antimafia.