Dopo i trenta giorni della pausa estiva, si è replicato per le festività natalizie. Ed entrambe le lunghissime interruzioni hanno coinciso con due crisi della maggioranza di centrosinistra. In estate ci furono le sospensioni di Guccione e Ciconte, adesso il coinvolgimento del governatore Oliverio nell'inchiesta "Lande Desolate"
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Quota sessanta. Certo è inferiore a quota cento, necessaria per la pensione giallo-verde, ma è pur sempre considerevole se si tratta delle ferie da consumare in un anno.
I consiglieri regionali della Calabria ci sono ormai vicinissimi. Dopo i trenta giorni concessi dal presidente Nicola Irto e dalla maggioranza di centrosinistra per la scorsa estate, è andato in scena il replay con la giusta pausa per le festività natalizie. Le quali, considerando anche la necessità di recuperare dall’attività usurante della politica calabrese, si stanno prolungando ben oltre l’Epifania che una volta le feste se le portava via.
L’ultimo Consiglio regionale è datato 19 dicembre e l’agenda di palazzo Campanella è rimasta vuota tristemente fino a giorno 14, data in cui la Conferenza dei capigruppo finalmente deciderà il calendario dei lavori.
Un’altra meritata pausa per gli stakanovisti della poltrona che sicuramente ritorneranno rinfrancati dalla pausa festiva e pronti per il rush finale della legislatura.
La singolare coincidenza fra la pausa estiva e quella invernale, poi, è che le ferie prolungate sono servite anche per medicare le ferite del centrosinistra che ha chiuso estate e inverno con non pochi guai da affrontare.
All’ultimo Consiglio regionale di luglio, infatti, si erano auto sospesi dal gruppo del Pd i consiglieri Carlo Guccione e Enzo Ciconte mandando in piena crisi di nervi la maggioranza che aveva appena salutato la formazione di un nuovo gruppo “I Moderati per la Calabria” con le fuoriuscite di Giuseppe Neri, Antonio Scalzo e Franco Sergio.
Ancora peggiore la chiusura dell’anno con l’ultimo Consiglio che ha coinciso con l’approvazione del bilancio e la discussione della posizione del governatore Mario Oliverio rimasto coinvolto nell’operazione “Lande Desolate” e ancora ad oggi con l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore.
Anche, e soprattutto, in questo secondo caso la pausa è servita a riordinare le idee all’interno della maggioranza che con un giunta di tecnici, priva della sua guida politica, non sapeva più che pesci prendere. Adesso con la decisione del Tribunale della Libertà di escludere l’aggravante mafiosa per Giorgio Ottavio Barbieri, imprenditore al centro dell’inchiesta, si è deciso finalmente di tornare al lavoro.
Ci si aspetta, dunque, che la Conferenza dei capigruppo adesso proceda a stilare un calendario denso di appuntamenti per recuperare il tempo perso e rendere davvero indimenticabile questa legislatura.
Riccardo Tripepi