Il senatore di Forza Italia: «Tra i clienti del servizio ci sono soprattutto enti e imprese in difficoltà finanziarie che rischiano il dissesto»
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«Il governo si impegni a eliminare i meccanismi perversi del “Servizio di salvaguardia”, tra i principali responsabili del dissesto dei Comuni e delle imprese». È la richiesta del senatore di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, che sulla questione ha presentato un'interrogazione parlamentare rivolta ai ministeri dell'Interno, del Sud e dello Sviluppo economico.
«I ministeri – spiega Mangialavori – devono trovare un modo per normalizzare il “Servizio di salvaguardia”, un regime che scatta per coloro che, per diversi motivi, tra cui la morosità, sono rimasti privi di un fornitore di energia elettrica. Tra i clienti del servizio ci sono soprattutto enti e imprese in difficoltà finanziarie. Il servizio – aggiunge il senatore di Fi – prevede che il maggiore rischio corso dal fornitore di energia sia ripagato con un sovrapprezzo della “bolletta”, in un meccanismo che, inevitabilmente, provoca un aumento del debito per tutti gli enti e le imprese già in gravi difficoltà economiche. Un Comune che, per svariate ragioni, non è riuscito a effettuare i pagamenti dell'utenza elettrica, entra così nella tagliola della “Salvaguardia”, da cui deriva, quasi inevitabilmente, il dissesto finanziario».
«E infatti – aggiunge ancora il parlamentare –, tra le maggiorazioni dovute per questo regime (circa il 40%) e gli interessi di mora, i debiti dei Comuni si ampliano vertiginosamente. Analoga situazione si registra per le imprese che hanno attivato questo sistema. Il sovrapprezzo imposto dalla “Salvaguardia”, inoltre, è particolarmente soffocante per le regioni del Sud. Mentre in Lombardia il valore dello stesso è di 16 euro/MWh, in Calabria è di 84,79 euro/MWh. Una circostanza ancora più assurda se si pensa che la Calabria è una regione che esporta energia e i suoi Comuni dovrebbero, a rigor di logica, avere un regime agevolato o comunque non penalizzante. Accade, invece, l’esatto contrario. Per queste ragioni – conclude Mangialavori – i ministeri competenti hanno l'obbligo di cancellare gli aspetti più penalizzanti del “Sistema di salvaguardia” al fine di evitare dissesti a catena per i Comuni e le imprese».