Da Perfidia il notaio vibonese che ha sostenuto de Magistris mostra sicurezza e privilegia l’interpretazione del Ministero dell’Interno. Uffici legislativi al lavoro. Ecco gli appigli normativi che cristallizzarebbero il dato elettorale
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Continua a tenere banco sulla scena politica regionale il caso del seggio conteso tra il Movimento 5 stelle - che aspira all’elezione di un terzo consigliere - e il Polo civico di Luigi de Magistris - che ostenta sicurezza rispetto agli scenari ipotizzati dai pentastellati. In bilico, secondo i dati in possesso di quest’ultimi, sarebbe il secondo seggio conquistato dalla coalizione dell’ex sindaco di Napoli con il notaio Antonio Lo Schiavo che quindi cederebbe lo scranno ad Annunziato Nastasi, primo della lista a cinque stelle nella circoscrizione sud.
Lo Schiavo: «Potremmo ambire al terzo seggio»
Già ieri, nel corso della puntata di Perfidia, Lo Schiavo, pur mantenendo un profilo basso e prudente, non solo ha ribadito come non ci sarebbero le condizioni giuridiche perché ciò accada, ma addirittura ha parlato di residue possibilità per il Polo civico di prendere il terzo seggio.
Insomma il rischio è che trionfi la confusione, ma la realtà, che tutti conoscono, è che solo la Corte d’Appello potrà sciogliere il nodo. Per il momento però il notaio vibonese si tiene stretto il risultato fin qui acquisito: «Il problema – ha argomentato ieri incalzato da Antonella Grippo - non è che vengono contestati dei voti o errori nei verbali. È proprio un'interpretazione diversa nel calcolo del quoziente o nel calcolo della legge elettorale quella che fanno i cinque stelle e mi pare abbastanza complesso assecondare delle interpretazioni diverse rispetto a quelle che ha dato il Ministero dell'Interno. Poi, ovviamente, sarà la Corte di Appello che valuterà».
Lo Schiavo insomma prova a mostrare prudenza, ma non è certo stato con le mani in mano da quando è venuta fuori questa vicenda, e lo si capisce quando ha affermato che «anche dei calcoli che abbiamo fatto noi e devo dire che non solo c'è qualche migliaia di voti in più, non qualche centinaia, ma addirittura noi in alcune nostre simulazioni con dei leggeri assestamenti di voti potremmo anche ambire ad avere un terzo seggio».
L’appiglio normativo
Insomma, il messaggio lanciato dagli studi di Perfidia dal notaio vibonese, e diretto in primis ai suoi elettori ma anche ai 5 stelle, è che il seggio non sarebbe in discussione, ma soprattutto che ci sono degli appigli normativi che suffragano tale sicurezza. D’altra parte gli uffici legislativi del Polo civico di de Magistris si sono mobilitati in questi ultimi giorni alla ricerca di certezze che sarebbero state ritrovate in primis nella legge costituzionale n° 1 del ‘99, che all’art. 5 norma l’attribuzione del seggio al miglior candidato presidente perdente, prendendolo alle liste della coalizione dove è capolista e non alle liste della minoranza.
Il principio di base, secondo il ragionamento dei 5 stelle, invece affonda le radici sulla convinzione che il seggio del miglior perdente viene distribuito non rispetto della coalizione ma assegnandolo coi resti al candidato perdente. E anche qualora si volesse applicare un diverso calcolo del “quoziente”, fanno sapere dall’entourage del Polo civico, il risultato non cambierebbe, perché a de Magistris, e quindi a Lo Schiavo, spetterebbe sempre e comunque il trentesimo seggio.
Ma non basta, perché i “demagistrisiani” hanno tirato fuori anche un precedente, ritrovandolo nel ricorso che Wanda Ferro, rimasta fuori dal Consiglio regionale pur essendo il candidato alla presidenza che aveva raccolto più voti dopo Mario Oliverio, propose e vinse nei confronti di Ennio Morrone.
Una cosa è certa: senza dati definitivi, le convinzioni di tutti si basano su dati provvisori che devono essere poi certificati dalla Corte d’Appello. Intanto però c’è da credere che la vicenda avrà un seguito.
«Se assegnano il seggio secondo l'ipotesi dei 5 stelle – dicono dal Polo civico - ci sono tutte le condizioni, ovviamente, per un ricorso».