Le dichiarazioni shock del consigliere di minoranza Giuseppe Russo prima di abbandonare l’aula insieme al resto della minoranza in segno di protesta contro l’amministrazione comunale
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«Nel corso dell'ultimo Consiglio comunale, tenutosi il 16 settembre scorso, il consigliere (già sindaco e veterano del Consiglio cittadino) Giuseppe Russo, rivolgendosi verso i banchi della maggioranza e della Giunta, i quali contano una numerosa rappresentanza femminile, con toni sprezzanti ha affermato: «chi lascia a casa di lavare i piatti non si faccia eleggere consigliere comunale. Chi ha lasciato i figli a casa non si faccia eleggere consigliere comunale». È la denuncia pubblica effettuata dall’amministrazione comunale di Cirò Marina contro Giuseppe Russo, consigliere comunale di minoranza, che nell’ultima seduta dell’assise cittadina avrebbe apostrofato con frasi sessiste le donne che siedono in giunta e nei banchi della maggioranza.
«Gli assessori Enza Crogliano e Virginia Marasco e le consigliere Maria Esposito, Francesca La Rocca, Maria Teresa Gentile, Giusy Pirito e Francesca Aloisio – si legge nella nota - che non hanno avuto la possibilità di rispondere nell'assise pubblica alle offese ricevute, avendo lo stesso consigliere Russo, abbandonato l'aula unitamente a tutti i gruppi di minoranza, intendono farlo comunque pubblicamente, per il rispetto che portano al ruolo pubblico che rivestono, per salvaguardare la loro professionalità e quella di tutte le donne impegnate ad ogni livello nella vita pubblica e sociale».
«Le affermazioni del consigliere Russo appaiono discriminatorie, offensive e denigranti della dignità di tutte le donne e neanche la lotta politica, può giustificare un tale livello di squallore. La critica politica, anche aspra, è un sacrosanto diritto, altra cosa, sono gli insulti che non hanno e non devono avere asilo politico, né dentro né fuori l’aula».
«Quanto accaduto non può passare sotto silenzio, non si può sminuirne la gravità, tantomeno di questi tempi. L'episodio risale a qualche giorno fa, abbiamo atteso, invano, delle scuse, ma il consigliere Russo non ne ha avvertito l'esigenza, né in privato né pubblicamente».
«Lo ribadiamo ancora una volta, non tollereremo chi usa le parole: donna, moglie e figli, ai fini di becera propaganda politica. Certa cultura arcaica e misoginia, non intaccherà, le lotte ed il ruolo che le donne hanno faticosamente guadagnato negli anni. Le parole del consigliere Russo tese a sminuire il lavoro delle donne, a rilegarlo a soli contesti di intimità casalinga, feriscono certo, ma la Costituzione, le Leggi, il diritto, il sentire comune, la storia sono dalla nostra parte, con buona pace del consigliere Russo e di quanti dovessero pensarla come lui».