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“Il Mezzogiorno e le sue aree più svantaggiate purtroppo continuano a fare i conti con squilibri storici e strutturali di cui la recente indagine sulle Università italiane è una spia d’allarme assai pericolosa, perché nella società e nell’economia della conoscenza in cui il sapere è uno dei fattori decisivi della competitività economica, la Calabria segnala una pesante regressione che reclama interventi urgenti”.
E’ quanto afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Il crescente calo delle iscrizioni universitarie, con percentuali da capogiro nell’ateneo di Reggio Calabria che ha perso negli ultimi quattro anni il 40% degli iscritti, è l’esito di un’obbligata rinuncia agli studi per molti giovani calabresi le cui famiglie vivono una condizione di crescente disagio economico a fronte della quale non si interviene con adeguate politiche mirate a tutelare il diritto allo studio costituzionalmente garantito. Con questi chiari di luna, altro che cambio di passo nelle politiche per il Mezzogiorno! La riduzione del welfare accademico - spiega la consigliera regionale - non garantisce pari opportunità ai giovani calabresi. E non consente a regioni come la Calabria, che più di altre avrebbero bisogno di investimenti in cultura, ricerca e innovazione, di valorizzare il proprio capitale umano per affrontare la sfida del rinnovamento. L’esodo degli studenti dagli atenei meridionali e l’abbattimento del diritto allo studio, mettono a rischio il futuro di questa parte del Paese, perciò la Regione Calabria deve assolutamente reagire. Anzitutto, aumentando e non diminuendo, come invece ha recentemente fatto, la percentuale di copertura della quota destinata alla borsa di studio che oggi è ferma al 42 per cento. E, in secondo luogo, insistendo perché il Governo riveda le scelte sul diritto allo studio che è il grande assente della legge di Stabilità. Un diritto costituzionale - sottolinea Flora Sculco - che subisce una vessazione più marcata in Calabria, dove erroneamente non è finanziato a sufficienza. Purtroppo, in Calabria, sommando l’indifferenza del Governo alle poche dotazioni che finanziano le borse di studio messe a disposizione dalla Regione, il risultato è una manifesta violazione del diritto agli studi universitari per tantissimi ragazzi che non hanno possibilità economiche. Occorre - aggiunge Flora Sculco - che la Regione Calabria inserisca, anche con urgenza, questa problematica tra le proprie priorità. Ed intervenga per tamponare il più possibile iniquità e diseguaglianze prodotte da politiche nazionali miopi che sottraggono investimenti necessari alla formazione dei nostri giovani. Energie e risorse umane che la Calabria non può abbandonare e disperdere, ma impegnare nella costruzione di un percorso di crescita e di sviluppo che non può più attendere”.