La scomparsa di 3,7 miliardi destinati a chiudere il gap infrastrutturale tra Nord e Sud genera le prime reazioni. La scelta del governo di non spostare altrove le risorse destinate a sanità, scuola e trasporti non convince, soprattutto in Calabria.

«Il Ponte sullo Stretto è come Cariddi, il mostro della mitologia greca che inghiottiva le navi con la sua enorme bocca. Nello stesso modo, il Ponte sta inghiottendo gran parte delle risorse pubbliche destinate al sud e in particolare alla Calabria. Risorse che automaticamente si trasferiranno al centro nord dove sono localizzate le imprese di grandi costruzioni interessate al progetto». Così, in una nota, il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita. «Dopo lo scippo dei fondi strappati direttamente alle Regioni Sicilia e Calabria - aggiunge - arriva la denuncia dell'ex ministro del sud Mara Carfagna relativa al clamoroso taglio di ben 3,7 miliardi destinati alle scuole, alle strade e alle reti idriche del Mezzogiorno. Tutto sacrificato sull'altare dell'opera feticcio del ministro Salvini e della Lega. Il Ponte-Cariddi divora tutto e gli effetti disastrosi si vedranno nei prossimi anni. Sarà forse un'attrattiva mondiale, come dice Salvini, ma in una delle terre più povere e arretrate d'Europa nei settori nevralgici della civiltà, le strade, i trasporti, le scuole, la sanità».

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«Come sindaco del Capoluogo di Regione - dice ancora Fiorita - non me la sento di girarmi dall'altra parte perché la questione Ponte, con i suoi pesanti risvolti, riguarda tutta la Calabria, dal Pollino allo Stretto. Se proprio il governo vuole realizzare questa opera di regime, la faccia senza toccare un euro al Mezzogiorno».

Duro intervento anche dall’europarlamentare del M5S Laura Ferrara. «Il taglio al fondo perequativo per il Sud è un'azione a danno delle Regioni del Mezzogiorno di cui questo Governo si rende responsabile e che metterà ulteriormente in ginocchio i nostri territori. È ora che qualcuno dall'Esecutivo dia una spiegazione a quest'ennesimo scippo ma siamo certi che si preferirà nascondere la testa sotto la sabbia, sport preferito di Giorgia Meloni», scrive Ferrara in una nota.

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«Il governo - prosegue - non contento di aver drasticamente ridotto le risorse del Pnrr destinate ai Comuni del Mezzogiorno con progetti già definiti - del danno della Zes unica e dell'appiattimento totale circa l'autonomia differenziata - ora usa la mannaia colpendo il fondo perequativo destinato al Sud che passa da 4,6 miliardi a soli 891 milioni di euro. Si tratta di briciole - prosegue - con le quali si dovrebbero mettere in sicurezza scuole ed ospedali ma anche costruire strade, ferrovie, condotte idriche e di gas. Quello cancellato con la Legge di Bilancio era un fondo istituito nel 2009 per appianare il divario infrastrutturale fra le regioni del Sud e quelle del Nord, mai utilizzato fino alla nascita del Governo Conte 2 che spalmò 4,6 miliardi dal 2022 al 2033. Risorse, dunque, su cui le amministrazioni locali facevano affidamento e a cui, grazie all'attuale governo, dovranno rinunciare. Su questo daremo battaglia. I cittadini del Sud Italia - conclude -non sono di serie B».