La senatrice pentastellata: «Il mio provvedimento è di prevenzione ad un sistema che molto spesso è gestito male e governato ancora peggio»
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«Il disegno di legge che apporta modifiche alla normativa sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, di cui sono promotrice e prima firmataria, è pronto per essere assegnato in Commissione Affari Costituzionali del Senato e discusso». Così in una nota la senatrice del Movimento 5 stelle Silvia Vono.
«Il contenuto del testo prevede innovazioni rispetto alla procedura prevista dal Testo Unico sull'ordinamento degli Enti locali, ormai anacronistica di fronte ad un fenomeno che, soprattutto nel meridione d'Italia, ha assunto i contorni di normalità rispetto all'eccezionalità dei casi per cui alcuni strumenti e processi erano stati previsti e poi disposti nella legge ancora in vigore. Una normalità anomala - continua la senatrice - che però non può consentire la diffusione di pratiche di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose quasi quotidianamente e, in alcuni casi, in assenza di elementi concreti, univoci e rilevanti idonei ad evidenziare una forma diretta o indiretta di condizionamento da parte della malavita organizzata. Il mio provvedimento è di prevenzione ad un sistema che molto spesso è gestito male e governato ancora peggio. Nei comuni in cui si evidenzieranno delle anomalie si dovrà agire con un accompagnamento da parte di un'apposita commissione d'indagine per un riallineamento verso procedure legittime con un'assunzione seria e diretta di responsabilità sia dei politici che dell'apparato amministrativo dell'ente che si muoveranno nell'ambito di un'attività di self cleaning per il risanamento delle situazioni equivoche. Prevedo anche, nel caso si arrivi allo scioglimento del comune, un rafforzamento dei poteri della commissione straordinaria con possibilità intervenire con azioni concrete su atti e procedure nonchè un periodo di esercizio delle funzioni di diciotto mesi dalla nomina indipendentemente dalle consultazioni elettorali».
Silvia Vono soffermandosi poi sugli ultimi episodi di annullamento di alcuni scioglimenti in Calabria da parte del Tar Lazio afferma di ritenere «necessario intervenire con un provvedimento legislativo da discutere in Parlamento per legiferare in merito al rinnovamento di un sistema normativo obsoleto che fino ad oggi ha paralizzato e rischia di paralizzare l'attività non solo politico- amministrativa ma soprattutto lo sviluppo sociale prima che economico di interi comuni con completo azzeramento delle potenzialità in ogni settore. Registro positivamente l'interesse di molti colleghi parlamentari, anche di minoranza e, soprattutto, l'avvicinamento alla linea del rinnovamento anche da parte del presidente della Commissione Antimafia, anche lui calabrese come me, che si è espresso per un ripensamento dell'istituto dello scioglimento prevedendo l'ipotesi di una commissione di affiancamento in un percorso di risanamento dell'ente locale».