Quanto durerà la pace che i democrat di Calabria hanno sottoscritto a Lamezia durante l’ultimo vertice officiato da Marco Minniti? La domanda comincia a serpeggiare all’interno del partito calabrese nonostante, stavolta, gli esiti della riunione sembravano essere assai più concreti rispetto alle altre “pax” ottenute con difficoltà. Minniti e il governatore Oliverio ci hanno provato davvero invitando tutti i critici ad esporre le ragioni del dissenso e affrontando i punti dolenti della giunta esclusivamente composta da tecnici e della gestione oligarchica del partito e centralistica del governo regionale. Eppure nessuno dei presenti ha osato aprire un dibattito pubblico su nessuna delle questioni. Minniti, da commissario ufficioso del partito, ha così lanciato il patto per il futuro della Calabria. Una sorta di richiamo all’unità del partito per poter essere forte e coeso nell’azione di sostegno al governo della giunta Oliverio, proprio nel momento in cui a Roma si sta lavorando ad un piano per il Sud, con misure eccezionale per la Calabria che potrebbero essere annunciate il prossimo 23 novembre, in occasione dell’anniversario dalle ultime regionali.
Tutto risolto? Neanche per idea e neanche stavolta. Ad appena qualche giorno di distanza dall’accordo siglato a Lamezia sono già partite le nuove riunioni di corrente. Ad esempio, a Reggio Calabria, proprio nella giornata di martedì scorso gli uomini dei Democratici progressisti, pur presenti alla riunione della ritrovata unità, si sono incontrati per far il punto della situazione. Insieme al consigliere regionale Giuseppe Neri si sono riuniti, tra gli altri, i componenti non eletti della lista Pino Falduto, Annunziato Nastasi e Alfonso Martino. Un’occasione per tracciare la rotta futura del movimento che sembra volta anche ad aumentare il proprio peso e creare un argine allo strapotere dell’asse Oliverio-Sebi Romeo. Fin qui potrebbe trattarsi delle solite alchimie democrat di corrente. Se non fosse che tutta una serie di elementi lasciano pensare a qualcosa di assai diverso. Intanto la riunione è stata convocata dopo pochissimo tempo rispetto alla rinnovata pax. In secondo luogo pare che anche sulle altre Province ci sarebbero analoghi fermenti. Ma il terzo è più importante elemento è costituito dalla circostanza che dell’incontro è stato perfettamente informato anche il segretario regionale Ernesto Magorno. Il quale non avrebbe fatto una piega sull’opportunità dello stesso. Una circostanza che è rimbalzata in tutta la Regione e, come risulta da indiscrezioni cosentine, avrebbe dato parecchio fastidio a Mario Oliverio. Insomma: in casa Pd le buone abitudine non si smentiscono mai: fatta la pax, trovato l’inganno.