L'istantanea della sconfitta della destra in riva allo stretto è quella di Antonino Minicuci lasciato da solo a commentare il tracollo elettorale (ASCOLTA AUDIO)
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Deluso, con la voce tremante, ma soprattutto solo. La Caporetto della destra reggina alle elezioni comunali sta tutta in quell’istantanea di Antonino Minicuci seduto al tavolo all’interno dell’hotel Excelsior, mentre in totale solitudine cerca di giustificare una sconfitta (pesantissima) che forse non si aspettava.
Il dato politico – quasi 17 punti di distanza dal suo avversario al ballottaggio, il riconfermato sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà - sembra scivolare in secondo piano davanti alla constatazione che l’hanno lasciato solo ad assumersi, davanti ai giornalisti, la responsabilità del tracollo elettorale. Nessuno, due sere fa, si è sentito in dovere, o per meglio dire, ha avuto il coraggio di condividere la sconfitta di Minicuci. Al suo fianco, non c’erano i vertici della Lega che lo hanno voluto. Non c’era Matteo Salvini, che è corso invece a Taurianova per farsi fotografare insieme a Roy Biasi, primo sindaco salviniano della Calabria.
Eppure era stato proprio il leader del Carroccio che lo aveva imposto al centrodestra. Viene da chiedersi dove fossero tutti quelli che lo hanno seguito in campagna elettorale, che apparivano sorridenti a favore di telecamere e fotografi. Mancava a quel tavolo anche il codazzo di collaboratori e politici reggini che ovviamente si sarebbero intestati la vittoria in caso di un finale diverso della storia. Ovviamente non ci ha pensato proprio a farsi vedere al fianco di Minicuci neppure Francesco Cannizzaro.
Parlamentare di Forza Italia, vero ras azzurro sul territorio, che in un primo momento aveva osteggiato con forza quella candidatura imposta da Salvini, salvo poi arrivare quasi ad adottarla politicamente. Lo prova il risultato della lista di Forza Italia messa in piedi da Cannizzaro, che al primo turno ha superato l’11 % dei consensi. Risultato rivendicato con orgoglio dopo il primo giro. Ma poi, con la sconfitta di ieri, anche il deputato si è defilato. Un dato che riporta la discussione sulla sconfitta del centrodestra a Reggio Calabria e sull’impossibilità di attribuirla solo alla Lega, quasi sparita dai radar degli elettori al primo turno, avendo raggranellato solo il 4,7, ultimo dei partiti della coalizione.
A quel punto Minicuci non poteva essere considerato più soltanto il “candidato del Carroccio”. Così che Cannizzaro e la presidente della Regione, Jole Santelli, già accarezzavano l’idea di mettere il risultato nel carniere azzurro, con tanti saluti a Salvini. Ma quando i reggini hanno deciso di riconfermare Falcomatà, il parlamentare e la governatrice sono scomparsi come tutti gli altri. Santelli non ci ha perso il sonno e si è fiondata a festeggiare la vittoria di Rosaria Succurro a San Giovanni in Fiore, dove poi ha ballato la tarantella in spregio a tutte le regole anti-Covid.
Mentre Salvini, che in riva allo Stretto non ci è passato neppure alla vigilia del ballottaggio per evitare di contribuire a polarizzare il voto contro di lui, ha raggiunto Taurianova oggi per festeggiare il neo sindaco Roy Biasi. Insomma, alla fine, invece dell’unica città metropolitana della Calabria, la più popolosa ed evocativa, il Capitano e la Governatrice si sono dovuti accontentare di due centri decisamente più piccoli e marginali nel panorama politico regionale. Una “sconfitta” che, però, ha dovuto affrontare Minicuci. Da solo.