La candidata è lei, poche storie. Jole Santelli guiderà l'intero centrodestra alle prossime Regionali del 26 gennaio. Non ci saranno divisioni tra i tre partiti che compongono la coalizione. Certo, per il momento la deputata cosentina ha incassato il via libera solo da Fi e Lega, non da Fratelli d'Italia.

 

Ma, giurano fonti vicinissime a Giorgia Meloni, anche l'“ok” ritardatario arriverà presto. «Penso proprio di sì», dice uno dei big del partito calabrese, che chiarisce subito: «Per noi non ci sono problemi sul nome di Santelli. Il tema è invece un altro: non ci siamo mai permessi di dire agli alleati chi candidare e, allo stesso modo, non vogliamo rotture sui nostri».

 

Significa che il silenzio di Meloni non è legato al mancato gradimento rispetto alle scelte di Fi in Calabria, quanto alle frizioni con Salvini in merito allo schema generale per le Regionali 2020.

 

Il quadro generale

A spiegare bene questo passaggio è un esponente di primo piano del partito: «C'era un quadro di alleanza complessivo che stabiliva che avremmo avuto la candidatura alla presidenza in Puglia e Marche. Giorgia ha fatto un grande lavoro per convincere Fitto a candidarsi e, dopo esserci riuscita, Salvini si è messo a fare i capricci, perché i sondaggi dimostrano che si può vincere in una regione del Mezzogiorno come la Puglia, che certo non ha le stesse problematiche di Calabria e Sicilia. Insomma, Matteo vuole vincere facile».

 

La Calabria entra dunque solo in modo marginale nelle dinamiche tra Lega e Fdi. La stessa Meloni avrebbe chiarito di non voler utilizzare questa regione come «merce di scambio», ma un avvertimento a Salvini andava recapitato comunque, «perché si è rimangiato quanto avevamo stabilito».

 

È comunque opinione diffusa che, almeno per quanto riguarda la Calabria, l'ultimo nodo, probabilmente il più piccolo, dovrebbe essere sciolto a breve. Indietro, in ogni caso, non si torna. E infatti Santelli, gli altri parlamentari (incluso Roberto Occhiuto) e i consiglieri regionali di Fi hanno già acceso i motori e iniziato il lavoro sulle liste.

 

Il problema non riguarda tanto il numero delle sigle in campo – dovrebbero esserci, oltre a Lega, Fi e Fdi, anche l'Udc, la Casa della libertà e Officine del Sud – quanto trovare spazio in così poco tempo (manca una settimana alla presentazione delle liste) per tutti gli aspiranti candidati, molti dei quali in arrivo dal centrosinistra.

Occhiuto accusa

E mentre nel centrodestra fervono i preparativi, Mario Occhiuto mastica amaro e accusa Berlusconi di essersi piegato ai diktat del Carroccio: «Ho perso la mia battaglia, Forza Italia ha ceduto alla fine alla Lega di Salvini il diritto di scelta del proprio candidato».

Il sindaco di Cosenza traballa vistosamente e si appella ai suoi sostenitori per «decidere insieme se e come portare avanti» il progetto messo in campo più di un anno fa. «La forza per realizzarlo – dice ancora – è a questo punto solo nelle mani dei calabresi».

Ma per Occhiuto, ormai, sembrano esserci davvero pochi margini di manovra.

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