Il Festival di Sanremo al centro dell’intervento di Orlandino Greco (Italia del Meridione). Riportiamo integralmente il suo contributo.

«Non voglio entrare nella valutazione della classifica del festival di Sanremo che non ha visto Brunori trionfare sulla vetta più alta del podio perché rischierei di essere troppo di parte ed intimamente legato alle sensazioni che la poesia, le melodie, le parole della sua canzone hanno suscitato in me, ma non nascondo la delusione per un risultato che di certo non mi soddisfa. Preferisco allora tornare alla politica. Premierato, autonomia differenziata, riforma della giustizia, pace fiscale. E se la Meloni pensasse ad elezioni anticipate in autunno?

In politica non contano solo le parole, ma anche i silenzi. Uno che ci è sembrato abbastanza eloquente è stato quello di Giorgia Meloni che ha deciso di non presentarsi in aula a Montecitorio durante il dibattito sull’affaire Almasri. La premier ha deciso di lasciare il proscenio ai suoi ministri Nordio e Piantedosi che hanno mostrato tutti i limiti di questo Governo che la stessa Meloni conosce bene. Un messaggio rivolto più che alle opposizioni alla sua stessa maggioranza come a dire: guardate che mi sto stancando e non mi faccio logorare dalle richieste sempre più incessanti.

Ad insidiare la solidità del Governo infatti più che le opposizioni o i nemici esterni (come la finanza internazionali e alcune categorie produttive che si sono sentite tradite dal centrodestra o la magistratura) è proprio la debolezza di un patto di governo che alla luce dei fatti non può reggere. L’autonomia differenziata offerta in dote alla Lega non ha mai pienamente convinto la Meloni perché in evidente contraddizione con il sovranismo di Fratelli d’Italia. Anche la riforma della giustizia, vecchio feticcio di Forza Italia, sta creando una tensione troppo forte con la magistratura anche per la poca volontà del Ministro Nordio di dialogare con chi quella riforma dovrà attuarla e viverla sulla propria pelle. A tutto questo si aggiungono altri due pasticci. Il più evidente è il caso Almasri che il Governo ha provato a spiegare con risibili scuse di carattere burocratico che ovviamente non hanno retto alla prova dei fatti. L’altro pasticcio è il caso del Ministro al Turismo, Daniela Santachè, che nonostante il rinvio a giudizio non ne vuole proprio sapere di dimettersi.

Insomma il viaggio della Meloni rischia di farsi davvero accidentato proprio nel suo periodo di massimo appeal ed in vetta negli indici di gradimento, alimentando così la tentazione di di andare al voto anticipato emulando una vecchia liturgia della prima repubblica. I rumors dal Transatlantico dicono che c’è una forte accelerata della legge elettorale che dovrebbe sfociare in un proporzionale puro con sbarramento al 3 % ma senza preferenze e ancora con listini bloccati. Andare al voto con un nuovo sistema elettorale garantirebbe a Fratelli d’Italia di uscire con maggiore forza dalle urne con un numero importante di parlamentari nominati, contando su una debacle della Lega di Salvini e una irrilevanza di Forza Italia. Con nuovi rapporti di forza, la Meloni potrebbe modificare il patto di Governo arrivando comunque al suo obiettivo principale che è quel premierato da sempre modello di governo della destra da attuare senza i ricatti incrociati degli altri partiti di coalizione.

Un’operazione intelligente che aprirebbe il centrodestra anche a nuove contaminazioni, più moderate e rivolte non solo a parole alla tutela degli interessi del Meridione.

Noi di Idm non abbiamo timori. Abbiamo in campo una squadra dirigente attrezzata e coesa e come sempre siamo pronti a fare la nostra parte anche sul livello nazionale avendo come bussola un’azione politica che partendo dalla territorialità e dalla militanza possa abbattere i divari nord sud di genere e di generazione».