«Sulle orme di Luigi Di Maio, ministro degli esteri del nostro Paese, che fa il volo dell’angelo sulle note di Dirty Dancing nei locali, ridicolizzando un’intera nazione, il deputato dimaiano D’Ippolito, a brevissimo per fortuna ex deputato, ridicolizza se stesso. Addirittura rinnega, verbo caro al dimaiano, la stessa collega di partito».

Comincia così la replica del capogruppo del Movimento 5 stelle a Palazzo Campanella, Davide Tavernise, all’ex collega di partito Giuseppe D’Ippolito che proprio ieri aveva accusato i pentastellati regionali di essere il miglior alleato del governo regionale di centrodestra.

Tavernise dal canto suo ricorda che nell’ambito della discussione sull’approvazione della legge istitutiva di “Azienda Zero”, il M5S ha ricordato al presidente Occhiuto una proposta di legge regionale a firma Dalila Nesci, allora M5S, scritta con il contributo del consulente Tullio Laino, e relativa alla razionalizzazione del sistema sanitario regionale. Proposta che vorrebbe ridotte le Asp da 5 a 3.

«È una posizione questa da centrodestra secondo D’Ippolito? Dovrebbe fare allora ammenda alla sua ancora collega di partito», aggiunge il capogruppo.

«Per quanto attiene la posizione del M5S – continua Tavernise - verbali d’aula, riprese del consiglio regionale e interrogazione a firma Tavernise, Bruni e Bevacqua, provano il voto contrario ad Azienda Zero». Per il M5S necessita una razionalizzazione del sistema sanitario regionale, ma tanto richiede una proposta di legge che passi dall’approfondimento delle competenti commissioni.

«Cosa che, si ricorda al bugiardo D’Ippolito, non è accaduto con l’approvazione di Azienda Zero ed è stato rivendicato in sede di discussione. Occasione quella della discussione, utile a sollevare anzitempo diverse criticità: la mancanza dei requisiti di eccezionalità e d’urgenza, che ne giustificassero il mancato affidamento alla terza commissione e alla commissione bilancio; la probabile violazione dell’art. 117 Cost.; la violazione dell’art. 120 comma 2 Cost. sui poteri commissariali; la violazione dell’articolo 8 comma 1 legge 131/2003. Per citare solo alcune delle rimostranze manifestate in aula. Da ultimo poi, addirittura, contro Azienda Zero un’interrogazione che risale a due mesi fa».

«Qualunque sia la ragione che porta il dimaiano D’Ippolito a raccontare il falso sull’attività dei consiglieri regionali del M5S – ancora il pentastellato regionale - è evidente trattarsi di una mossa elettorale dettata dalla disperazione. Ad essere “zero” in questa tornata elettorale è semplicemente la sua credibilità quanto la sua utilità alla risoluzione dei problemi dei calabresi. Una circostanza questa che – conclude Tavernise - non può non causare la cessazione felice, per tutti i calabresi onesti, della sua carriera politica in linea, questa si con quella dei suoi colleghi di partito».