Con una lettera l’ex governatore ricorda quanto il centro riabilitativo sia importante per la sua comunità e che le prestazioni sanitarie erogate sono state «autorizzate ed accreditate alla struttura sulla base del fabbisogno del Comune montano e del comprensorio»
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«Nel più grande e popoloso Comune montano, viene soppresso un servizio sanitario che opera da decenni e verso il quale persiste una elevata domanda che non si riesce neanche a soddisfare pienamente».
L’ex governatore Mario Oliverio scrive al governatore Roberto Occhiuto – e per conoscenza al direttor generale dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano – preoccupato del trasferimento dell’Anmic riabilitazione da San Giovanni in Fiore a Cosenza. E lo fa ricordando quanto sia importante per il centro silano la struttura sanitaria.
«Le scrivo per rappresentarle la forte preoccupazione determinata nella comunità di San Giovanni in Fiore a seguito del nullaosta con il quale, da parte del competente Dipartimento Regionale, si autorizza il trasferimento dell'Anmic riabilitazione da San Giovanni in Fiore a Cosenza, in via Falcone» si legge nella missiva di Oliverio.
«Si tratta della struttura sanitaria, già autorizzata ed accreditata dalla Branca Specialistica di Medicina Fisica e Riabilitativa, per 80 prestazioni di Riabilitazione Estensiva Ambulatoriale e 50 prestazioni di Riabilitazione Estensiva Domiciliare. Praticamente, ne l più grande e popoloso Comune montano, viene soppresso un servizio sanitario che opera da decenni e verso il quale persiste una elevata domanda che non si riesce neanche a soddisfare pienamente – prosegue – in considerazione del processo di invecchiamento della popolazione e del conseguente aumento della domanda».
«L'Anmic è stata a suo tempo autorizzata al servizio ed accreditata al numero delle prestazioni riabilitative – ricorda Oliverio – proprio sulla base delle accertate esigenze della popolazione di San Giovanni in Fiore, regolarmente e periodicamente verificate, come tra l'altro si evince dalla stessa deliberazione con la quale si autorizza il trasferimento. Il trasferimento di detto servizio non può avvenire senza approfondite, fondate e sostenibili motivazioni, men che meno sulla base di una semplice richiesta del titolare dell'azienda o di un semplice accertamento della idoneità dei locali di destinazione del servizio in altro Comune. Certamente non sfuggiranno alla sua attenzione e sensibilità le enormi implicazioni che il trasferimento del servizio determinerà per centinaia di pazienti e rispettive famiglie del più grosso centro montano».
Mario Oliverio si dice «sicuro di interpretare le preoccupazioni più che giustificate della popolazione di San Giovanni in Fiore» e chiede a Occhiuto «la sua personale attenzione al fine di rivalutare la decisione del competente Dipartimento Regionale». E ricorda ancora che già nel 2019 era stata avanzata «analoga richiesta da parte di Anmic che fu oggetto di nullaosta rilasciato dal Dipartimento Regionale competente in data 14 gennaio 2020, ovvero dodici giorni prima delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 alle quali, com'è noto, non era stata riproposta la mia ricandidatura. Praticamente in un momento di "vacazio" come lei più di altri può capire».
«Fatto, questo, significativo – scrive ancora Mario Oliverio – che "la dice lunga..." sulla condotta e sulla "correttezza" e deontologia di alcuni settori della burocrazia. Infatti nelle settimane successive alle elezioni, venuto casualmente a conoscenza di quanto si era verificato, che date le circostanze assumeva il sapore di un vero e proprio raggiro non esitai ad informare dell'accaduto la presidente Jole Santelli. Lo stesso sindaco protempore Giuseppe Belcastro da me informato, sollecitò l'intervento della presidente Santelli».
«Bisogna dire che da allora nulla si è mosso ed il servizio è regolarmente continuato registrando una crescita della domanda. A distanza di anni si ripropone incredibilmente la questione. Con nota del legale rappresentante della Struttura Sanitaria, acquisita al protocollo della Regione Calabria n.156869 del 29 febbraio 2024, Anmic ha nuovamente inoltrato istanza di autorizzazione al trasferimento della sede. Con nota prot.168610 del 5 marzo 2024 prot. Asp Cosenza n.29131/2024 – è ricostruito nella missiva – il settore competente Dipartimento Tutela della Salute e Welfare della Regione, ha avviato le procedure per il rilascio del nullaosta al trasferimento. L' ASP di Cosenza con delibera n.2073 del 30 settembre 2024 ha rilasciato il parere positivo al trasferimento. Il tutto in modo burocratico, senza considerazione alcuna delle gravi implicazioni che ciò determinerà per le tante persone che vivono a San Giovanni in Fiore e che hanno bisogno di detto servizio».
Per Mario Oliverio «va considerato», ancora, che le prestazioni sanitarie erogate, «a suo tempo sono state autorizzate ed accreditate ad Amnic sulla base del fabbisogno del Comune di San Giovanni in Fiore e del comprensorio circostante. Una realtà montana disagiata che come è noto dista 60 km da Cosenza».
«La comunità di San Giovanni in Fiore – così conclude l’ex governatore – non merita di essere privata di un servizio così importante per la cura della salute. Ritengo più che opportuno evitare dannose forzature e prevedibili giustificate tensioni sociali in una situazione già in sofferenza per la carenza dei servizi sanitari. Ho ritenuto opportuno rivolgere direttamente a lei queste considerazioni al solo scopo di informarLa personalmente di una questione che ritengo molto delicata, affinché possa valutare con obiettività ed assumere le giuste determinazioni. Nella convinzione di aver fatto cosa utile per la Comunità ed anche per l'esercizio della sua delicata e gravosa funzione»