La costola coriglianorossanese dell’associazione di Di Battista e dell’ex deputato Francesco Sapia critica l’operato del commissario Occhiuto. «Gestione fallimentare, prodotti solo comunicati stampa inutili e selfie»
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«La sanità calabrese è al collasso. La mancanza di farmaci in Dpc (“per conto di” che si basa su un accordo tra Regione, distributori intermedi e farmacie per la distribuzione dei farmaci come l'insulina, gli ipoglicemizzanti orali, gli antiaggreganti piastrinici, i preparati antianemici, alcuni preparati ormonali, l'interferone, ndr), ha ormai raggiunto livelli critici, con pazienti che ogni giorno si recano in farmacia nella speranza di trovare i medicinali salvavita di cui hanno bisogno. Un'attesa snervante che spesso si conclude con un nulla di fatto, alimentando frustrazione e paura tra i cittadini. Ma il problema non si limita alla carenza di farmaci». È quanto affermano in una nota i rappresentanti di Corigliano Rossano dell’associazione Schierarsi, del leader Alessandro Di Battista, giunto proprio in riva allo Ionio ed a Catanzaro, nello scorso weekend, per lanciare il movimento capitanato a Corigliano Rossano dall’ex senatore delll’ex deputato del Movimento Cinque Stelle, Francesco Sapia.
La piazza Schierarsi di Corigliano Rossano «denuncia un sistema sanitario regionale che continua a peggiorare nonostante 16 anni di commissariamento. Siamo stufi di assistere a persone colpite da gravi emergenze cardiologiche che muoiono aspettando un’ambulanza medicalizzata che non arriverà mai. La mancanza di medici sulle ambulanze è ormai cronica: ogni postazione del 118 – scrivono Sapia, Maurizio Sposato, Francesco Corapi, Filippo Scribano e Biagio Granato – dovrebbe essere dotata di sei autisti, sei infermieri e sei medici, ma questa organizzazione sembra un libro di fantascienza. Soltanto il Commissario al disavanzo sanitario, Occhiuto, non se ne accorge».
«Per non parlare – sottolineano ancora dalla costola coriglianorossane di Schierarsi – delle ambulanze PET 118 che stazionano a Mirto Crosia e Trebisacce, prive della strumentazione per l’elettrocardiogramma necessaria per collegarsi alla rete cardiologica».
In tutto questo, il quadro è peggiorato dai cosiddetti “viaggi della speranza”, quella migrazione sanitaria continua che ogni anno alla Calabria costa «più di 300 milioni di euro. Molti pazienti sono costretti a spostarsi fuori regione per potersi curare, un fenomeno che evidenzia la gestione fallimentare della sanità calabrese, capace soltanto di produrre comunicati stampa inutili e selfie».
Tra i dati più preoccupanti sciorinati da Schierarsi vi è quello legato alla percentuale di calabresi che hanno deciso di non curarsi più, rinunciando ad un diritto, «secondo la fondazione Gimbe pari al 7%»
«Giova sempre ricordare – insistono da Schierarsi – che la colpa di tutto ciò è dei governi regionali di centrodestra e centrosinistra che, nel tempo, hanno contribuito a sfasciare la sanità pubblica. Non siamo finiti in piano di rientro e commissariamento per opera dello Spirito Santo, ma a causa degli errori commessi da questi governi. Per affrontare la grave crisi sanitaria, noi della piazza Schierarsi di Corigliano Rossano proponiamo una revisione dei criteri di riparto del fondo sanitario, affinché alla Calabria vengano garantite risorse adeguate per curare i propri cittadini. Vigileremo attentamente sulla gestione della sanità pubblica – concludono – sottolineando la necessità di un sistema in cui il privato integri il pubblico e non viceversa».