«Stop al commissariamento». Cambia registro il Movimento 5 Stelle sulla materia incandescente della gestione sanitaria in Calabria. La giravolta è servita nel mini tour elettorale del neoleader, Giuseppe Conte, che dopo aver dismesso i panni da Presidente del Consiglio - artefice di ben due decreti Calabria - si presenta in assetto da campagna elettorale accodandosi ai leitmotiv, ormai imperanti, secondo i quali la gestione della sanità deve ritornare in mano ai calabresi.

I decreti della discordia sulla Sanità

Porta la sua firma il primo decreto Calabria - illustrato per l'occasione in riva allo stretto - con il quale si esautorava la Regione da ogni residua forma di gestione sanitaria, la nomina dei direttori generali, e si istituiva appositamente per la Calabria un nuovo corso del tutto straordinario con la nomina di un commissario con pieni poteri. Sua la nomina del commissario ad acta, Saverio Cotticelli, ai più noto come colui il quale ignorava di essere competente sulla stesura del piano covid in piena pandemia. Sua la firma anche sul secondo decreto Calabria che ha reiterato la gestione commissariale, salvo essere poi dichiarata in parte incostituzionale dalla Consulta.

La nuova vision del M5s

Dopo tre anni di gestione fallimentare, il fautore del pugno duro in sanità si ammorbidisce e si allinea su una politica di ritorno alla normalità: «La posizione attuale del Movimento 5 Stelle è che abbiamo contribuito alla designazione di un candidato alla presidenza della Regione che capisce di sanità» nel rispondere Giuseppe Conte abbraccia Amalia Bruni e si scherma dietro le competenze della scienziata. «È una grande ricercatrice - aggiunge - è una punta di eccellenza nel campo della ricerca medica e scientifica calabrese e quindi stiamo offrendo un progetto che pone la sanità e il miglioramento della qualità dei servizi sanitari al primo posto».

Ore contate per il commissario Longo

Porta sempre la sua firma la nomina dell'attuale commissario ad acta, Guido Longo, che nonostante la nuova vision del Movimento 5 Stelle siede ancora alla Cittadella ma pubblicamente sfiduciato in piazza in evidente contraddizione con il recente passato. La sanità in Calabria non deve più essere commissariata: «Oggi lo dico forte e chiaro - aggiunge il leader galvanizzato dalla folla osannante - la nuova amministrazione regionale, quella che uscirà da questo voto e io confido che questo nostro progetto sia vincente, dovrà assumersi la responsabilità dopo la gestione commissariale di affrontare la politica sanitaria calabrese con mezzi ordinari». Chissà se si resterà della stessa opinione anche in caso di sconfitta nelle urne ma per ora «stop al commissariamento».

Occhiuto: «Interlocuzione fitta, soddisfacente punto caduta trovato»

«C'è stata un'interlocuzione fitta con il governo, la Ragioneria generale dello Stato, con il Mef e con il Ministero della Salute, fino alle due di notte nei giorni immediatamente precedenti all'approvazione dell'emendamento. Abbiamo trovato un punto di caduta che io giudico soddisfacente perché la struttura del Commissario avrà 40 persone che lo affiancheranno, alcuni esperti di buon livello che possono essere scelti dal commissario».

Così Roberto Occhiuto commentando con i giornalisti a Catanzaro l'approvazione, in Senato, delle emendamento presentato da Forza Italia sulle modifiche al Decreto Calabria bis- «Soprattutto - ha aggiunto Occhiuto - ci sono tre norme per me molto importanti. Una mi permette di nominare nel Dipartimento della Salute, che è il cervello della sanità dei dirigenti esterni: oggi, se dovessi nominare dirigenti di settore al Dipartimento della salute, dovrei prenderli dall'Agricoltura, dall'Industria; invece così posso prenderli dall'esterno, ma anche dalle aziende sanitarie se ci sono buone professionalità. La seconda cosa, contenuta nell'emendamento, prevede la sospensione delle procedure esecutive: nessun pignoramento e nessun atto ingiuntivo fino al 2026: ciò perché, in assenza di governo della sanità, spesso ci sono procedure esecutive e pignoramenti che danno luogo a pagamenti anche quando non sono dovuti, pagamenti che si duplicano, si triplicano, quindi questa è una buona cosa. La terza cosa è la sospensione della mobilità passiva, che ci consentirà di fare cassa e di impegnare risorse che altrimenti dovremmo dare alle altre regioni per aumentare il soddisfacimento dei bisogni di salute dei calabresi».

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