Dichiarato incandidabile dal Tribunale, viene eletto a furor di popolo nel turno straordinario di domenica scorsa. Salvatore Valerioti, tornato ad occupare la poltrona di sindaco di San Giorgio Morgeto – che aveva dovuto lasciare per lo scioglimento del consiglio comunale nel 2019 - oggi si dice «felice perché dopo due anni è tornata la democrazia». I numeri gli hanno dato ragione, anzi lui aggiunge che «mai nella storia del paese un sindaco era stato eletto con una percentuale così alta», ma rispetto ai conti in sospeso con lo Stato non indietreggia.

«Ho criticato e critico ancora quello scioglimento basato sul nulla», sostiene. La fine anticipata di quella consiliatura, esito dell’operazione antimafia Geenna, portò successivamente ad una sentenza della sezione civile del Tribunale di Palmi – che lo ha dichiarato incandidabile – ma il sindaco, come hanno fatto altri suoi colleghi finiti nella stessa situazione, con il ricorso da presentare alla Corte d’appello, e poi in Cassazione, può esercitare la funzione.

«Io sono la stesso di 3 anni fa – prosegue Valerioti – ho agito e continuerò ad agire nel nome della legalità e i cittadini mi hanno votato perché sanno questo. E’ la legge che va cambiata, a Roma al più presto intervenire per non lasciare i sindaci soli in questa battaglia contro una norma che non assicura il contraddittorio».
Valerioti, medico 66enne, aveva fatto anche ricorso al Tar contro il decreto del presidente Mattarella, con esito negativo. E' un esponente del Pd che si dice certo che «le istituzioni sovracomunali sapranno assicurare quella collaborazione di cui l’amministrazione necessita».