Il leader del Movimento nazionale per il sovranismo parla della necessità di una nuova alleanza del centrodestra che guardi al futuro e di fermare l'arrivo di migranti senza permesso: «Chi è legalmente residente in Italia vada a vivere in una casa»
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«Bisogna sgomberare questo posto». La posizione di Gianni Alemanno e del suo partito, in merito all’immigrazione, non si presta certo a fraintendimenti. L’ex ministro dell’Agricoltura, nella Piana di Gioia Tauro per lanciare il Movimento nazionale sovranista alle prossime elezioni regionali, sottolinea le contraddizioni di un modello di accoglienza che, a suo dire, ha generato solo miseria e criminalità e usando la baraccopoli di San Ferdinando come paradigma del fallimento.
La mattinata era iniziata con una conferenza stampa in un bar di San Ferdinando. A fianco all’ex sindaco di Roma, la dirigente nazionale Carmela Digiacco e il commissario provinciale reggino Ernesti Siclari. Un breve incontro, nel corso del quale i tre esponenti della destra, hanno spiegato che «sovranismo non vuole dire razzismo, ma solo una gestione diversa dell’immigrazione, di un rapporto diverso nei rapporti internazionali mettendo in primo piano gli interessi nazionali».
Alla fine dell’incontro politico, il gruppo di dirigenti e di simpatizzanti si è diretta alla nuova struttura per i migranti, gestita dalla prefettura, e al ghetto della baraccopoli. Nel ghetto dell’area industriale di San Ferdinando, Alemanno ha iniziato attaccando il Comune di San Ferdinando reo, a detta dell’ex sindaco di Roma, di concedere documenti con troppa facilità ai migranti. Ciò porterebbe un nuovo sempre maggiore di stagionali a venire nella piana di Gioia Tauro: «Questa prassi – ha attaccato il leader dei sovranisti – invece di attrarre investimenti per la Zona economica speciale attrae migranti».
Alla fine della visita, Alemanno è tornato a parlare di elezioni, di centrosinistra e della sua idea di alleanza. «Attendiamo la convocazione di un tavolo tecnico del centrodestra – ha detto Alemanno – noi proporremo un nostro nome perché abbiamo profili di alto livello, ma siamo pronti a confrontarci con le altre forze per la costruzione di un’alleanza di un centrodestra nuovo, che guardi al futuro».