Non ci sono partiti ma neanche i gruppi politici, e i leader in cerca di coalizioni, se la passano tanto bene. San Ferdinando torna al voto il 13 novembre e, nel piccolo ma strategico centro dell’area portuale di Gioia Tauro, non si registrano iniziative, prese di posizione ufficiali, commenti o riunioni pubbliche in preparazione degli schieramenti che scenderanno in campo. Si vota in un turno straordinario autunnale, quello previsto per i consigli comunali che vengono da uno scioglimento per mafia, ma l’atmosfera sembra ovattata – quasi sospesa – senza che però vi siano clamori apparenti.

 

Fino al rush finale del 15 ottobre, data ultima per la presentazione delle liste, questa modalità “privata” delle trattative politiche potrebbe diventare un’impronta consolidata. Non ci sono sezioni di partito aperte. Le sigle politiche hanno dei referenti, ma non degli organismi democratici costituiti, e quindi gli schieramenti civici che certamente verranno formati risentiranno di una certa eterogeneità politica e di una semplificazione programmatica spinta. 

 

GLI SCIOGLIMENTI NON PLACANO LE AMBIZIONI

 

Nei giorni scorsi non sono arrivate smentite alle notizie diffuse da Gazzetta del Sud, secondo cui tra i probabili sfidanti vi sarebbero anche l’ex sindaco Andrea Tripodi e uno dei suoi storici assessori, Michele Oliva. Sarebbe uno scontro tutto interno al centrosinistra, benché entrambi si trovino attualmente nella condizione di uomini senza partito e alla ricerca di una coalizione politicamente trasversale.

Oliva, consigliere comunale di opposizione nell’ultima consiliatura sciolta per mafia, e Tripodi – anch’egli nella stessa condizione del suo probabile antagonista, però nel civico consesso colpito dall’antimafia precedentemente, che annoverava anche Oliva – sarebbero alle prese con un difficile mosaico da comporre. Ciascuno deve presentare una lista composta da non meno di 9 candidati, e massimo 12, e in questo senso entrambi avrebbero lanciato con modalità diverse una “campagna di ascolto” volta a tastare il polso del “Comitato 7 Agosto”, il movimento popolare messosi in luce questa estate nella mobilitazione contro il canale interno all’area portuale-industriale inquinato dai liquami tossici.

 

Sul futuro del Comitato, che rimane un gruppo eterogeneo privo per il momento di una organizzazione strutturata, si stanno infatti addensando diverse incognite politiche. Gli attivisti, galvanizzati dalla recente attribuzione del premio antimafia “Paolo Borsellino”, non avrebbero ancora deciso se e come scendere in campo nella contesa. Sebbene non manchi il dialogo, strutturato o spontaneo, con gli entourage dei due probabili contendenti.           

 

Agostino Pantano