Con il cuore a Roma e la mente in Calabria. O viceversa? Poco importa: invertendo gli addendi, anche stavolta, il risultato non cambia. Vincere (o convincere) in Calabria, per Matteo Salvini equivale soprattutto a ribadire il concetto: a destra - nel centrodestra - c’è un solo leader capace di traghettare la coalizione verso il futuro: cioè lui. Si tratta, però, di portare prima numeri. E i numeri, in politica, non sono altro che i consensi.

Il capo del Carroccio nelle elezioni regionali ci sta mettendo la faccia, molto più di altri leader nazionali; sta correndo dei rischi che però sembrano ben calcolati: la Lega ha messo radici in Calabria da poco e, per quanto la narrazione politica obblighi a dichiarare ambizioni da vertice, anche raddoppiare i consensi rispetto alle precedenti elezioni sarebbe già un risultato lusinghiero. Ma questo, ai nostri microfoni, Matteo Salvini non lo dice: lui punta sempre al primato. Un primato che serve per rafforzare i patti pre-elettorali, blindare il ticket deciso a Roma tra Occhiuto e Spirlì, sdoganare una volta per tutte la percezione della vecchia “Lega Nord” che da tempo, anche al Meridione, pretende di essere riconosciuta come “Lega Nazionale”.

Nell’intervista esclusiva rilasciata al nostro network, i temi affrontati sono tanti: vanno dal nazionale al regionale, per passare dalle scelte locali sulle candidature che, in alcuni casi, hanno fatto discutere. E quindi: green pass, sanità, infrastrutture, lavoro, porti, fondi strutturali. C’è un po’ di tutto sul piano programmatico e anche tanto sotto il profilo politico: i rapporti, e l’eterna sfida (malcelata) ad esempio, con gli alleati.

Vincere in Calabria e nelle grandi città, per Salvini, significa continuare a dettare le regole del gioco per tenere a bada le ambizioni degli inseguitori dello stesso schieramento politico. Qualche sgambetto, dagli alleati, è arrivato nelle dichiarazioni pubbliche rese sul ticket per la presidenza. Però, Salvini, sul tema si limita a glissare: «Io rispetto i patti, mi auguro che lo facciano anche gli altri…». Sarà così? Manca poco per capirlo: una decina di giorni appena. Poi, dalla Calabria arriveranno i segnali attesi sulla tenuta della coalizione rispetto alle sfide (di governo) da intraprendere sotto il cappello di Mario Draghi.