“I terroni non dimenticano”. E poi, ancora, “Meglio una vita da clandestini che una vita da Salvini”. 

Non è passata inosservata a chi non condivide le idee del leader della Lega Nord Matteo Salvini il suo arrivo a Lamezia Terme dove ha incontrato i rappresentanti locali del movimento Noi con Salvini. Ad attenderlo avrebbero dovuto esserci anche il sindaco Paolo Mascaro e l’assessore alle Politiche Sociali Elisa Gullo, espressione di Mtl. Una presenza la loro che aveva suscitato clamore e polemiche tanto che alla fine né il primo cittadino né il membro del governo cittadino si sono presentati. 'Per qualcuno il problema della Calabria sono io. E questo qualcuno va ricoverato. Io sono qui per avere qualche immigrato cladestino in meno e qualche posto di lavoro in più'. Le prime parole del leader della Lega. 

 

Tra i manifestanti il collettivo Altra Lamezia, il movimento Lamezia Insieme e lo Spazio Sociale Terra e Libertà. Ma anche una giovane rom, l’unica lametina ad essere riuscita fino ad ora ad afferrare il diploma, e che ha coraggiosamente rappresentato un popolo sui cui il leader della Lega vorrebbe accanirsi con le ruspe per sgomberarne i campi.
“I rom ti aspettano” hanno urlato i manifestanti di ogni età, accentuando i loro slogan all’uscita del leader Salvini e del coordinatore regionale Domenico Furgiuele che ha elegantemente alzato verso di loro un dito medio.

 

Salvini ha proseguito il suo tour calabrese visitando il Centro richiedenti asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto e il Cara in località Sant'Anna. Uscito da questa non ha esitato ad alzare il dito medio della mano destra rivolgendosi a tutti i contestatori che lo avevano accolto a suon di fischi.

 

Anche qui, infatti, come a Lamezia, erano circa venti le persone che lo hanno aspettato, con striscioni e cartelloni di protesta con su scritto "Crotone non ti vuole #maiconsalvini", frase che è diventata anche uno slogan ripetuto più volte.

 

Alla stampa Matteo Salvini ha dichiarato: «Ci sono sei persone che manifestano, quindi me ne farò una ragione con una disoccupazione record italiana e una situazione fuori controllo penso che il problema di questa terra non sia Salvini, ma i politici calabresi».

 

Riguardo al centro di accoglienza: «Ho visto un campo ben tenuto, ma c'è qualcosa che evidentemente non funziona perché non ci si può mettere nove mesi a riconoscere il 70% di gente che passa da qua e che verrà riconosciuta come immigrata clandestina, che costa più di 20 euro al giorno. E attorno a loro gira un business di circa da decine di milioni di euro. C'è qualcosa che non funziona, non per chi gestisce il campo, ma per una politica migratoria demenziale da parte di un governo pericoloso».

 

Ha poi proseguito affermando che Calabria e Sicilia dovrebbero tornare al voto domani subito perché non può una terra di quasi due milioni di abitanti essere governata da gente che è più dentro che fuori.

 

Il leader della Lega ha poi proseguito il suo tour dirigendosi  verso la stazione ferroviaria di Crotone: «Quella non è una stazione – ha affermato – e certe cose credo che le devi vedere, perché se te li raccontano non è lo stesso. Non si può avere una cosiddetta stazione in quelle condizioni. C'era uno che si faceva la doccia in mezzo ai binari, ma stiamo scherzando? Non è accettabile una cosa del genere».

 

Ultima tappa per Salvini è stata la Questura di Crotone definita dal leghista ‘desolante’