VIDEO | Il leader della Lega sul palco del Teatro Rendano difende il "suo" candidato Mattia Lanzino: «Non è il nipote del boss, ma un ragazzo che prende a calci la 'ndrangheta»
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Matteo Salvini lo chiama sé e gli regala uno dei ricercatissimi selfie che in tutto lo Stivale dispensa a destra e a manca. Mattia Lanzino, nipote del boss Ettore Lanzino e finito al centro di un caso mediatico negli ultimi giorni a Cosenza, da sotto la mascherina approva le parole del suo Capitano e incassa la solidarietà del più alto in grado. Il leader della Lega prende ad esempio la sua figura sul palco del Teatro Rendano di Cosenza per lanciare strali alla ‘ndrangheta («sono stato Ministro degli Interni, se ne sento odore via tutti a calci nel sedere») e sostenere il candidato del centrodestra Francesco Caruso.
«Mi auguro che nessuno guardi i sondaggi – ha detto con grande spavalderia - perché se no si smette di fare campagna elettorale in Calabria e a Cosenza. Abbiamo già vinto, ma io voglio stravincere: qui al primo turno, in Regione per distacco». Giù applausi da una platea non poi così tanto piena. Del resto la Lega è la prima volta in assoluto che presenta una lista in quella che un tempo era considerata una città off-limits. A differenza del passato, inoltre, c’era più gente dentro che fuori. Anzi all’esterno non c’erano contestatori e le camionette delle polizia hanno semplicemente sorvegliato la piazza. Impensabile se si guarda alla mobilitazione che lo accolse in una delle sue ultime sortite all’ombra della Sila solo qualche anno fa.
«A sinistra quando non ci sono argomentazioni si passa all’insulto - aggiunge -. È davvero triste svegliarsi la mattina nella propria città e ritrovarsi attaccata addosso l’etichetta di “nipote del boss”. Che schifo. Se il ragionamento è che basta avere uno zio che ha commesso degli errori, un consuocero o un parente che è andato in Canada e per questo è sospetto, allora è normale che vinca la ‘ndrangheta. Mattia (Lanzino, ndr) è testimone di un mondo di giovani che prende a calci la mafia. Per me non è il “nipote di”, ma semplicemente Mattia: uno che ha risposto sui social da 20enne con la testa di un 60enne. Querelerò chi afferma che chi vota Lega vota la ‘ndrangheta. I soldi li daremo alle associazione benefiche che ne hanno bisogno».
Tra una bordata a De Magistris («Un sindaco che ha fallito a Napoli e che ora si ripropone governatore in Calabria») e una citazione di Giorgio Gaber («libertà è partecipazione»), sprona i suoi a condurre una campagna elettorale con il sorriso «portando idee e ignorando insulti». Infine il riferimento alle politiche nazionali. «La Lega chiede che per le famiglie numerose ci siano tamponi gratuiti e rapidi. Nel frattempo Pd e M5s sapete che hanno fatto oggi? Hanno approvato in Commissione alla Camera un disegno di legge che garantisce la libertà di coltivarsi la cannabis in casa. Di là ci sono canne e sbarchi - chiude Salvini - da noi lavoro e la salute».