Roberto Scarpinato è uno dei magistrati più esperti nelle indagini su Cosa nostra e soprattutto, sui suoi legami con il mondo della finanza e della politica. Nato a Caltanissetta ma residente a Palermo da decenni, Scarpinato ha iniziato a fare il magistrato ai tempi del pool antimafia con Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Poi è stato pm a Palermo negli anni ’90; nei giorni seguenti alla strage di via d’Amelio, guidò la rivolta degli 8 sostituti contro l’allora procuratore capo, Pietro Giammanco, accusato di aver isolato sia Falcone che Borsellino.

Tra i magistrati più fidati di Giancarlo Caselli, Scarpinato fu rappresentante della pubblica accusa al processo a Giulio Andreotti. Poi da procuratore aggiunto ha diretto il Dipartimento mafia-economia, creando un gruppo di magistrati e investigatori specializzati nel colpire il fronte finanziario di Cosa nostra. Nominato procuratore generale di Caltanissetta, ha poi dato avvio ai processi di revisione delle persone ingiustamente condannate per la strage di via d’Amelio, a causa del depistaggio orchestrato con le dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino.

Tornato a Palermo per guidare la procura generale ha ripreso a occuparsi delle indagini sui legami tra Cosa nostra e pezzi delle Istituzioni e i misteri delle bombe degli anni ’90. Si muove su questo fronte l’ultima inchiesta di Scarpinato, ancora top secret, conclusa dal magistrato nel gennaio scorso, nel suo ultimo giorno di lavoro prima di andare in pensione. È autore di numerose pubblicazioni in Italia e all'estero e collabora anche con la rivista MicroMega. In queste elezioni politiche viene candidato con il M5s per il Senato come capolista nel collegio plurinominale Sicilia 01 e in quello della Calabria.