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Discutere cambiare crescere è lo slogan dell'iniziativa politica promossa dai cosiddetti dissidenti del Partito Democratico calabrese che vede come protagonisti Marco Ambrogio, Gianluca Callipo. Atteso anche il consigliere regionale Arturo Bova.
Una manifestazione come dice Ambrogio che vuole partire dagli errori di un passato neanche tanto lontano, ossia l'analisi del voto delle recenti amministrative.
Ambrogio: "A Cosenza si è perso perché abbiamo riproposto un modello vecchio. Non si può vincere se non si tenta un rinnovamento. Io mi aspettavo dopo questo risultato le dimissioni del segretario regionale. Si vuole impedire il dibattito e il confronto perché si ha paura. È più facile decidere nel chiuso delle stanze. Ma dobbiamo tenere presente che senza congressi il PD non è mai nato. Guccione ci ha definito aria fritta invece ci sarà un documento che proporremo in direzione. Ci accusano di voler sostituire. Ma non si può sostituire il nulla. Noi vogliamo resettare che è diverso. La nostra proposta è l'azzeramento del partito al congresso straordinario in autunno seguito da una commissione di garanzia. Dobbiamo passare dal partito delle tessere al partito delle persone".
Titti Sforza, neo eletta consigliere comunale a Rossano: "Questa iniziativa riporta interesse al confronto. Un partito troppo silente in cui persiste la difficoltà del rinnovamento. Veniamo percepiti come un partito di élite e non di massa come era ci tempi dei DS. Non è semplicemente un voto di protesta questo che ci ha fatto perdere ovunque ma è un voto strutturato ed ho tutto questo il PD è ormai lontano dalla gente. Io vedo oggi una nuova giovane classe dirigente pronta a ribaltare il partito".
Roberto Rizzuti, membro assemblea nazionale: "Noi dobbiamo essere bravi ad esprimere quello che non va ma anche a fare proposte. Ma dobbiamo sopratutto avere noi direttamente una interlocuzione con Roma. Dobbiamo ripartire dall'idea di rinnovamento di Matteo Renzi.Noi abbiamo subito una mazzata ed in Calabria è stata più forte ma i vertici di questo partito non lo ammettono perché vogliono altro. Deve esserci un naturale ricambio della classe dirigente di questo partito".
Attacco frontale ad Enza Bruno Bossio da parte di Alessia Alboresi della direzione regionale: "Non può più continuare a distruggere il partito ed il territorio"
Sindaco di Cerzeto: "Non abbiamo bisogno di Minniti che ci tuteli. Siamo in grado di diventare un grande partito senza tutele".
Elisabetta Tipodi: "Per me ormai è vivo un grande senso di sfiducia. A Rosarno non abbiamo presentato neanche una lista dopo nostra battaglia contro la criminalità degli anni scorsi. Non mi sono ritrovata tra la distanza tra fatti e parole. Mi sono allontanata dal partito perché sono una donna libera e sopratutto non ho sopportato molti giovani che hanno accettato i contentini. Ero in dubbio se venire ma sono qui perché sono contro la restaurazione in atto nel partito oggi. Oggi esiste solo una divisione del potere attuata in maniera scientifica".
Gianluca Callipo: "Avevamo bisogno di questo momento di confronto. Noi dobbiamo avere la possibilità di usare lo strumento partito per svolgere la nostra attività sul territorio. Il segretario regionale non ha per niente tenuto conto del documento che avevamo approvato in assemblea regionale lo scorso autunno. Credo che una classe dirigente responsabile deve trasformare in azione concreta le istanze di tutte le componenti del partito. Se la direzione di sabato sarà utilizzata per proporre un altro documento senza una discussione vera allora vuol dire che davvero non si vuole cambiare.Con una svolta di questo tipo possiamo essere di sostegno alla giunta regionale. Attraverso un confronto vero e rispettando le regole che molto spesso si cambiano a piacimento. Dobbiamo individuare una volta per tutte la linea politica e rispettarla. Alzeremo la voce per far rispettare le regole in tutte le occasioni dal livello regionale a quello nazionale".
Gli interventi proseguono sulla stessa lunghezza d'onda del cambiamento all'interno del partito. Con qualche variabile sulla proposta di azzeramento totale fatta all'inizio della riunione da Marco Ambrogio. La sensazione è quella che si stia organizzando al'interno del PD calabrese una sorta di discussione tattica con il placet del premier segretario Renzi.Sono stati tanti infatti gli interventi di giovani militanti che hanno messo sotto accusa Magorno e company. Parlando il linguaggio Renziano. Il linguaggio della rottamazione come alternativa a quella che è stata definita la fase distruttiva di questa segreteria regionale.
Italo Reale: "Il rischio è la riproposizione di un altro Magorno se non avremo la capacità di cambiare ma rispettando le regole, A partire dalle primarie. Non dobbiamo fare più come la vecchia DC che tesserava anche i morti".
"Il risultato delle ultime elezioni è il risultato di un partito che ha abbandonato da tempo i territori e che non è stato in grado di costruire e proporre. Bisogna costruire un partito dalle fondamenta. Un nuovo strumento capace di gestire anche questo momento di crisi economica. Bisogna includere evitando il tesseramento di facciata". Durissimo il giudizio che si legge nel documento che Arturo Bova presenterà, non si pensa ad una resa dei conti ma ad un nuovo corso dirigenziale del PD Calabria. Questo è il documento che sarà portato in direzione regionale sabato.
Sonia Rocca