Si torna al punto di partenza, e si invoca l'avvento del sempre sbandierato sistema idrico integrato, anche nei giorni in cui diventa operativa l'Autorità idrica regionale.

Dal 2003, da quando cioè pubblico e privato si misero assieme per la nascita di Sorical, l'obiettivo di unire nello stesso servizio acqua e depurazione non è stato mai raggiunto - anche se i Comuni impongono un unico tributo - e il ritorno del tema fa pensare ad un tempo immobile nel dibattito.

«Qualsiasi soggetto che deve gestire l'acqua in Calabria - commenta Pompeo Greco, segretario generale della Femca Cisl - non può prescidere dagli investimenti che occorrono per adeguare le reti vetuste. E però non sembra proprio che la politica sia in grado di affrontere il problema con le opportunità che vengono offerte dai fondi europei di cui si parla in questi giorni».

Un grosso limite, ma non il solo, a proposito di una liquidazione - quella di Sorical - cominciata nel 2012 e destinata a durare ancora, anche se la nascita dell'Autorità impensierisce il sindacato.

«Ci sono sindaci che addittura chiedono la chiusura di Sorical - prosegue Greco - ma sarebbe un paradosso che a determinare la fine della società mista, siano proprio i soggetti che sono debitori. Non è certo l'Aic che può determinare la fine di Sorical, che invece può essere coinvolta, avendo la capitalizzazione giusta, nel nuovo soggetto verso cui l'Autorità sembra voglia spingere».

Nella gestione dell'acqua è tutto in alto mare, troppi interrogativi aperti «a cui - secondo Greco - la Regione non dà risposte, mettendo in forse il destino dei dipendenti, da sempre principale risorsa di Sorical».

Dallo stallo della Cittadella, alle incertezze di una partita - pubblicizzazione si, pubblicizzazione no, di Sorical - che ha un profilo anche internazionale, visto che il socio privato, Veolia, sembra sempre sul punto di far finire la sua esperienza in Calabria. Fin qui non l'ha fatto.