La Giunta per le autorizzazioni del Senato non ha ancora deciso di sulla sorte di Giovanni Bilardi, coinvolto nell’inchiesta Rimborsopoli, ma per il Tribunale del Riesame ‘è del tutto corretta la misura degli arresti domiciliari decisa dal gip Olga Tarzia, ma anche urgente perché il pericolo di inquinamento probatorio può agevolmente desumersi dal comportamento processuale tenuto da Bilardi, che, in sede di interrogatorio, ha reso innumerevoli dichiarazioni mendaci, nel goffo tentativo di giustificare gli illeciti commessi, che potrebbe tornare a commettere sia per la carica istituzionale che ricopre, perché in qualità di senatore conserva la possibilità di accedere ad erogazione pubbliche attraverso richieste truffaldine, ciò che più conta, sia per le persistenti relazioni politiche con la Calabria, che lo collocano in «posizione privilegiata» tale da «conservare e anzi rafforzare un solido legame con coloro che sono attivamente impegnati nelle istituzioni locali, dalla Regione al comune di Reggio Calabria e ciò costituisce valida occasione per ingerirsi nella gestione del denaro pubblico’.

 

In quanto Capogruppo del Ncd in Regione, a lui sarebbe spettato vigilare su spese e rendiconti degli altri consiglieri, ma in realtà – dichiarano i giudici – ‘si è nella sostanza appropriato destinandole direttamente o mediatamente e con persistente sistematicità a finalità estranee a quelle del gruppo. A dargli man forte nella sistematica opera di appropriazione di fondi pubblici, per i giudici è stato Carmelo Trapani, autista, factotum e collaboratore – destinatario di un provvedimento di divieto di dimora – ma il cui operato era anche utile per giustificare spese del tutto arbitrarie’.