La revoca del Psc da parte dei commissari prefettizi di Rende non è andata giù all’ex sindaco Marcello Manna, alla sua giunta e alla maggioranza che ne ha sostenuto la consiliatura. Come noto, l’approvazione del Piano Regolatore è stato l’ultimo atto approvato dall’amministrazione guidata dall’avvocato penalista prima dello scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose. Oggi pomeriggio in una conferenza stampa hanno contestato l’atto firmato da Santi Giuffrè, Rosa Correale e Michele Albertini presentando dei documenti a supporto delle loro tesi.

«A distanza di un anno ci sono documenti che non sono stati resi pubblici - ha detto Manna riferimento allo scioglimento dell'Ente e davanti ai suoi supporter e, tra gli altri, a Nicola Adamo accomodato tra le prime fila -. Però stiamo venendo a conoscenza di qualcosa per farci luce nel buio dell'inquisizione, nonostante tre richieste di accesso agli atti formulate. Se mi candiderò ancora in futuro qualora a novembre i commissari andassero via? Posso solo dire che il Laboratorio Civico è vivo e combattivo e non intende abbassare la testa nelle sue battaglie. E' stato un atto politico mettere la mia maggioranza fuorigioco e nella relazione della commissione ci sono dati falsi».

Revoca Psc Rende, le motivazioni della triade

A detta della Commissione straordinaria, invece, «è interesse del comune di Rende fornire alla cittadinanza una proposta di PSC e REU esaustiva, chiara, equa e sostenibile in modo tale da garantire che l’esercizio delle fasi di verifica si svolgano con la massima effettività». Nella delibera pubblicata lo scorso 14 maggio evidenziano il desiderio che tali verifiche si svolgano «secondo i principi di partecipazione informata ed in modo coerente rispetto ai contenuti ed alle finalità che le norme di legge assegnano rispettivamente alla fase di adozione del PSC ed a quella successiva di verifica».

Tra i punti contestati dai commissari scelte progettuali «impattanti» sotto il profilo urbanistico. Il riferimento è alle zone di Quattromiglia e viale Principe dove «si passa dalla previsione di realizzazione di attrezzature sanitarie, commerciali ecc alla programmazione, anche qui, di realizzare centinaia di alloggi». La revoca, insomma, per loro era inevitabile.

I documenti prodotti da Marcello Manna

Manna cita la delibera di cui sopra e riannoda i fili dell'iter di approvazione del Psc di Rende che partì da un sollecito della Regione Calabria. «I commissari hanno chiamato il rettore Nicola Leone ed hanno chiesto all'Università della Calabria un parere su quanto da noi approvato - spiega ancora l'ex sindaco -. Hanno addotto, per revocare il Psc, la relazione dell'Unical e di soggetti sovraordinati di cui non abbiamo notizia. Oggi però possiamo mostrarvi il documento dell'Università in cui nelle conclusioni non si evidenzia alcuna irregolarità».

A riguardo, gli esperti dell'Ateneo hanno testualmente scritto: «L’analisi degli aspetti procedurali e degli aspetti tecnici e la comparazione tra PSC e PRG vigente e tra Documento Preliminare e Documento Definitivo descritte nelle pagine precedenti non ha evidenziato nessun particolare fattore di criticità che possa indurre a ritenere il percorso di formazione dello strumento urbanistico non rispettoso e non conforme alle superiori norme regolatorie regionali di pianificazione territoriale».

Manna quindi punta il dito verso la Federazione Riformista, pur senza citarla. «C'è una parte politica che forse ha un filo diretto. Basta che alzi la voce e dal Municipio eseguono. Non solo la revoca del Psc, ma a breve, vedrete, mi aspetto un intervento sulle piste ciclabili, considerato che ho letto una loro nota sulla stampa. La verità è che la città di Rende è allo sbando. Il mio è un grido d'allarme quello che oggi si leva forte».

L’approvazione del Psc in appena 15 minuti

Il Psc di Rende fu approvato il 30 maggio 2023 in 15 minuti. Un autentico blitz della maggioranza che innescò un esposto in procura dei consiglieri di minoranza. L’azione repentina garantì 11 voti a favore contro i 4 contrari e un’astensione. Il consiglio comunale partì in maniera svizzera alle 9.03, appena tre giri d’orologio dopo l’orario fissato e, nonostante le strenue resistenze del consigliere di minoranza Massimiliano De Rose, l’assise intese far passare l’atto.

Gli undici consiglieri che votarono per l’approvazione Romina Provenzano, Salvatore Esposito, Giovanni Gagliardi, Nella Fanello, Marisa De Rose, Concetta Brogno, Rachele Cava, Salvatore Marasco (entrato in surroga in consiglio da qualche minuto), Marco Greco, Chiara Lolli e Gaetano Morrone. Si astenne Eugenio Aceto, mentre votarono no Massimiliano De Rose, Michele Morrone, Annarita Pulicani e Rossana Ferrante.