Dopo il coinvolgimento nell'inchiesta che vede indagato anche il sindaco sospeso Marcello Manna, torna al timone dell'amministrazione comunale finora retta da Franchino De Rango
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Nuovo scossone al comune di Rende dove l’interregno del sindaco facente funzioni Franchino De Rango termina dopo la decisione del Tribunale del Riesame di annullare la misura interdittiva nei confronti di Annamaria Artese. L’assessore è rientrata in Comune nel primo pomeriggio ed ha ritirato nell’immediato le dimissioni da vicesindaca. Al timone dell’amministrazione, già domani provvederà a ridimensionare l’assessore più anziano che, in assenza sua e del sindaco sospeso Marcello Manna, cullava l’idea di azzerare la giunta e procedere a nuove nomine.
Artese, come noto, è stata destinataria lo scorso 10 novembre di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Cosenza a seguito dell’indagine condotta dalla Procura di Cosenza e che ha interessato 80 soggetti comprese le società. L’operazione, denominata “Mala Arintha”, ha coinvolto tra gli altri anche Marcello Manna.
All’orizzonte, come detto, si preannuncia un nuovo scossone. Franchino De Rango perde di colpo le sue prerogative da primo cittadino e la sua poltrona in giunta traballa pericolosamente. Nonostante avesse ricevuto le dimissioni di Artese da vicesindaco, c’erano 20 giorni di tempo per ritirarle. Quanto bastava per riportare l’esponente democrat al timone del comune. L’unico atto resta quindi la nomina di Clelia Badolato, tra le altre cose amica di vecchia data della stessa Artese.
Sullo sfondo resta sempre, però, quel convitato di pietra che è la commissione d’accesso. Negli scorsi giorni Vittoria Ciaramella, prefetto di Cosenza, ha ricevuto la relazione sul Comune di Rende, che aveva il compito di verificare l’eventuale presenza di condizionamenti o infiltrazioni nella gestione dell’amministrazione Manna.
La rappresentante di Governo convocherà a breve un comitato al quale parteciperanno le Procure di Catanzaro e di Cosenza, poi invierà al ministero dell’Interno le proprie valutazioni. Come noto, la commissione si era insediata a Rende lo scorso 30 settembre a seguito dell’operazione “Reset” coordinata dalla Dda guidata da Nicola Gratteri.
Il Viminale, una volta ricevuto l’incartamento, avrà 45 giorni di tempo per determinarsi. Le probabilità che sopraggiunga lo scioglimento dell’Ente non sono poche, ma nulla è da dare per scontato.