Oliverio – “Il fatto che non ci siano assessori non è un motivo di paralisi per la Regione – ha dichiarato il governatore durante una iniziativa dell’Airc – in questi giorni mi sono caricato io il lavoro, moltiplicato per sei, affrontando tutte le emergenze. E’ chiaro che in questa prima proposta di Giunta che farà non ci sarà la Giunta al completo, che sarà chiusa dopo i 60 giorni necessari per la seconda lettura dello Statuto”.

 

La Giunta Oliverio -Un giunta in due step. A breve i primi quattro. Tra due mesi, incassati gli effetti della riforma dello Statuto con  la seconda lettura, gli altri tre. Il governatore  promette tempi rapidi va per la sua strada. Nel poker che Mario Oliverio si appresta a varare ci sarebbero due assessori interni e due esterni.  Propedeutico un ulteriore confronto con i piani romani. In mezzo c’è il nodo Lanzetta da risolvere: l’ex sindachessa il cui scranno nel governo Matteo Renzi intende liberare e che il presidente della Regione non vorrebbe nel suo esecutivo. E quello del comparto Sanità, la cui gestione commissariale potrà finire in capo al governatore solo con il voto al decreto “milleproroghe”. E ci vorrà tempo, molto tempo, anche per questo.


Per l’esecutivo parlare di totonomi potrebbe essere riduttivo. Tra gli interni, nella squadra del governatore ci saranno, certamente, Carlo Guccione e Enzo Ciconte. Le quotazioni di Seby Romeo salgono a scapito di Nino De Gaetano, azzoppato dal ritorno dei rumor medico-giudiziari legati all’indagine condotta dalla Procura antimafia di Reggio sul clan Tegano. Con Romeo in giunta, il vibonese Michele Mirabello potrebbe divenire il capogruppo dem a Palazzo Campanella.


E le donne? Grazie all’emendamento presentato da Flora Sculco e recepito con voto bipartisan, il 30% della squadra di governo sarà in rosa. Ecco, quindi, Maria Francesca Corigliano, fiduciaria di Oliverio nella sua ex giunta provinciale consentina. Esterna. Esterna come Maria Carmela Lanzetta, la cui posizione resta sempre in bilico. Lanzetta sponsorizzata dal triumvirato Renzi-Delrio-Orfini. I quali, da Roma, spingono per un altro esterno, il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo.