La nascita del governo Santelli avverrà dopo la proclamazione degli eletti. Intanto non si fermano le indiscrezioni. Due assessorati potrebbero andare a Salvini, mentre Meloni punta alla presidenza del Consiglio. Tensioni in casa di Cesa
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Il tempo, per adesso, non stringe. La sensazione più diffusa tra gli addetti ai lavori è che per la formazione della nuova giunta regionale dovrà passare almeno un'altra decina di giorni.
La neo governatrice Jole Santelli ha già fatto sapere di voler iniziare le trattative vere e proprie con gli altri alleati del centrodestra solo dopo la proclamazione di tutti gli eletti.
Quando avverrà la proclamazione?
Questo semplice paletto sposta di un bel po' i termini temporali. La proclamazione degli eletti è un passaggio scontato ma non rapidissimo. La prima a essere “ufficializzata” dall'Ufficio centrale circoscrizionale della Corte d'appello di Catanzaro sarà proprio Santelli, forse entro questa settimana, al massimo all'inizio della prossima. Dopodiché, toccherà agli altri 30 consiglieri.
I primi a essere proclamati saranno i titolari dei seggi pieni, qualche giorno più tardi sarà invece la volta degli scranni conquistati con i sistemi dei resti e del maggioritario.
Può anche darsi, dunque, che per avere il parlamentino calabrese nel pieno delle sue funzioni debba passare un'altra settimana. Un lasso di tempo che servirà a Santelli anche per avviare il dialogo, finora sempre posticipato, con i leader dei partiti alleati, su tutti Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Iniziano i primi ragionamenti sulla giunta
La grammatica elettorale non avrebbe comunque impedito alla presidente e ai maggiorenti del centrodestra di iniziare a ragionare sulla composizione del prossimo governo regionale.
L'ipotesi che va per la maggiore è quella secondo cui quattro delle sette postazioni disponibili (il 30% delle quali riservate alle quote di genere) vengano assegnate a Lega (forse due), Fratelli d'Italia e Udc.
Le altre tre andrebbero invece a Forza Italia, Casa delle libertà e Santelli presidente. Una ripartizione di questo tipo, oltre a garantire il primo partito, Fi – che esprimerebbe un presidente e un assessore –, rispetterebbe il peso elettorale di Salvini e Meloni, arrivati, rispettivamente, secondo e terzo.
La Lega otterrebbe così anche la vicepresidenza, mentre Fdi compenserebbe il relativamente piccolo spazio in giunta con la presidenza del consiglio regionale.
I possibili papabili per giunta e Consiglio
Dalle parti di Fi i nomi che circolano sono sempre gli stessi. A giocarsi un posto sono il consigliere più votato, il cosentino Gianluca Gallo, e il reggino Giovanni Arruzzolo, il cui mainsponsor è il deputato Francesco Cannizzaro. I papabili della Lega sono Pietro Molinaro e Tilde Minasi.
Le incognite, però, sono diverse. A pesare sulle scelte del Carroccio potrebbe essere la regola – che i vertici salviniani intendono far rispettare anche in Calabria – secondo cui i ruoli di governo debbano essere distinti da quelli legislativi. Significa che, qualora Molinaro e Minasi accettassero l'eventuale chiamata di Santelli, dovrebbero lasciare lo scranno appena conquistato a Palazzo Campanella.
Una scelta difficile; e infatti non è da escludere che la Lega peschi i suoi assessori all'esterno, magari anche tra i candidati non eletti. Si vedrà.
Più lineare la situazione a casa Meloni
Tra i meloniani la situazione sembra molto più lineare. Il posto in giunta dovrebbe andare all'ex consigliere regionale e uomo forte del partito calabrese Fausto Orsomarso, mentre il quarto piano di Palazzo Campanella è conteso da due esponenti reggini, Domenico Creazzo e Peppe Neri.
L'Udc e il ballottaggio interno
Potrebbe dar luogo a un ballottaggio anche la confusione che in queste ore si registra dalle parti dell'Udc.
Due giorni fa, i dirigenti dello Scudocrociato riuniti a Reggio hanno espressamente chiesto al segretario, Lorenzo Cesa, di indicare un assessore della loro provincia, anche in virtù del risultato migliore ottenuto in Calabria (11%).
Se l'invito dovesse essere accolto, il favorito sarebbe il giovane neo consigliere reggino della rediviva balena bianca, Nicola Paris, le cui ambizioni, tuttavia, dovrebbero fare i conti con quelle del coordinatore regionale Franco Talarico, che vuole entrare in giunta dopo diversi anni di lontananza dai palazzi del potere (è stato presidente del Consiglio durante il governo Scopelliti).
I pretendenti della Cdl
Anche nella Cdl non mancano i pretendenti. Uno è sicuramente il coordinatore della lista, Claudio Parente, il cui possibile posto in giunta sarebbe il frutto di un accordo pre-voto con il consigliere riconfermato Mimmo Tallini; l'altro è l'eletto che ha portato in dote più di 10mila preferenze, l'ex presidente della commissione Riforme Baldo Esposito.
Ma al Consiglio c'è posto per tutti
Inevitabile che le scelte finali di Santelli scontentino più di un pretendente, ma le occasioni per un conguaglio politico non mancheranno.
Dopo gli assessorati e la presidenza dell'Astronave, dovranno essere scelte tante altre figure per il Consiglio: un vicepresidente, un segretario-questore, sei presidenti di commissione, sei capigruppo. Le postazioni di potere per appagare i desiderata dei vincitori, insomma, non mancano di certo.
Cambiamenti anche in Parlamento
I cambiamenti non riguarderanno solo Palazzo Campanella, visto che l'esito delle Regionali comporterà un effetto domino anche in Parlamento.
La deputata Santelli (che ieri è tornata alla Camera accolta da una standing ovation da parte dei suoi colleghi del centrodestra) lascerà il seggio a Domenico Giannetta. Quest'ultimo è però stato anche lui eletto in consiglio regionale e, con ogni probabilità, rinuncerà al trasferimento a Roma. La postazione rimasta vacante potrebbe quindi essere occupata dal secondo dei non eletti alle Politiche 2018, Sergio Torromino.
bellantoni@lactv.it