L’attuale titolare delle Politiche sociali pronta a volare a Roma. Al suo posto la Lega potrebbe scegliere la villese Francesca Porpiglia
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Senato della Repubblica o giunta Occhiuto? È questo il nodo che è chiamata a sciogliere Tilde Minasi, che proprio oggi ha ricevuto il lasciapassare per Palazzo Madama a completamento di un iter iniziato nella seduta dell’11 novembre scorso della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, quando si accertò che il primo dei non eletti, destinata a prendere il posto del senatore Paolo Saviane, parlamentare leghista di Belluno deceduto il 20 agosto scorso, era la candidata Clotilde Minasi.
«La Giunta per le elezioni del Senato, a maggioranza – si disse in quella seduta - ha respinto la proposta del relatore Durnwalder di attribuire il seggio vacante nella regione Veneto alla lista Fratelli d'Italia ed ha invece approvato la proposta di attribuzione del seggio alla lista Lega nella regione che non ha dato luogo ad attribuzione di seggi nell'ambito delle varie circoscrizioni, ossia la regione Calabria».
Oggi la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha fatto l'annuncio al termine della riunione della Giunta delle elezioni e delle immunità che ha preso atto del voto dell'Aula sulla relazione della stessa giunta che ha registrato un acceso dibattito con il braccio di ferro tra Fratelli d’Italia e appunto la Lega che alla fine l’ha spuntata.
Scelta “obbligata”. Decide Salvini
Insomma, per l’esponente reggina della Lega quella di Palazzo Madama sembra essere una direzione obbligata. Anche perché se la Minasi dovesse rinunciare, quel seggio andrebbe ad ingrossare le fila di Fratelli d’Italia, cosa che il leader del Carroccio vorrebbe evitare a tutti i costi.
D’altra parte nel caso in cui Minasi optasse per la Regione, il secondo dei non eletti nella lista della Lega nel collegio unico calabrese è il vibonese Fausto De Angelis che nel 2018 si candidò con la Lega ma che poi approdò al partito della Meloni, candidandosi alle regionali del 2020 senza però risultare eletto.
L’attuale assessore regionale alle Politiche sociali della giunta presieduta da Roberto Occhiuto vedrà domani Matteo Salvini con cui deciderà il da farsi e i tempi dell’ufficialità della scelta del Senato. Atteso anche che è già scattato il termine per la presentazione di eventuali ricorsi, che è di 20 giorni.
In ogni caso, la possibile defezione della Minasi, aprirebbe nuovi scenari e libererebbe un posto in giunta che non può certo rimanere azzoppata per troppo tempo.
Porpiglia in pole per la giunta
E se la Lega deciderà di seguire pedissequamente il criterio della territorialità che ha contraddistinto tutte le scelte compiute fin qui nelle nomine di rappresentanza del Carroccio – a Catanzaro la presidenza del Consiglio con Mancuso, e a Cosenza il capogruppo con la Loizzo - , non v’è dubbio che il posto della Minasi sarà preso da un esponente della circoscrizione sud.
In tal senso tutti gli indizi sembrano portare alla poco più che trentenne Francesca Porpiglia, già assessore alle Politiche giovanili (ma non solo) a Villa San Giovanni. D’altra parte la Porpiglia è una leghista della prima ora e risponde ai criteri di “militanza e meritocrazia” imposti dal Carroccio in tema di incarichi. Non va dimenticato che proprio la giovane villese è risultata la prima dei non eletti alle Politiche del 2018 e ricandidata alle Europee dell’anno successivo racimolando quasi 11 mila preferenze. In più dalla sua parte – oltre ad un rapporto privilegiato con il leader, che non nasconde la sua predilezione per i giovani – vantando una militanza ormai decennale, è iscritta a tutti gli effetti a quella “Generazione Matteo” che privilegia le competenze dei giovani e la Porpiglia sembra proprio avercele, visto il curriculum di tutto rispetto (è anche docente universitaria alla Dante Alighieri di Reggio, oltre che funzionario capo area contabile al carcere di Luigi Daga di Laureana di Borrello) che la segnala anche quale referente calabrese del dipartimento delle Pari Opportunità del Carroccio.
Insomma, la Porpiglia sembra si sia guadagnata la stima di Matteo Salvini, a cui comunque spetta l’ultima parola.