Per Domenico Tallini, consigliere regionale di Forza Italia la riforma dello statuto è una “riformicchia”. “Oliverio, Adamo e Gentile stanno cercando solo di consolidare il loro patto e la loro strategia di potere - dice il consigliere regionale - secondo la tecnica dell'uomo solo al comando che si sceglie "tutti gli uomini del Presidente" e fa una pernacchia ai consiglieri regionali”.


“Si tratta - prosegue Tallini - di un pacchetto legislativo che, se fosse stato solo ipotizzato dal centrodestra, avrebbe fatto insorgere la Calabria "democratica". Il progetto di riforma incide sugli articoli 33 e 35 dello Statuto e, con l'incredibile condivisione dei consiglieri reggini del centrosinistra, sull'articolo 23, che espressamente riguarda l'autonomia funzionale, contabile e organizzativa del Consiglio. L'invenzione del consigliere delegato, finalizzata a dare un contentino ai consiglieri regionali di un’Aula che palesemente s'intende svuotare di ruolo e di funzioni, non soltanto si fa una beffa della figura del Sottosegretario, criticabile quanto si vuole ma perlomeno aveva un chiaro profilo istituzionale, ma viola lo Statuto e la Costituzione”


“L'Assemblea legislativa, infatti - sostiene ancora Tallini - ha poteri legislativi e di controllo sull'Esecutivo, ma se un consigliere regionale è coinvolto direttamente nella gestione, seppure sotto la rigida supervisione del Presidente, è evidente anche alle pietre che controllore e controllato coinciderebbero. Con tutto ciò che ne discende. Si aggiunga lo svilimento delle prerogative del Consiglio regionale, attraverso la modifica dell’articolo 23 che immediatamente lo pone alle direttive del Presidente, e il risultato sarà quello di trasformarlo in un’Aula sorda e grigia … o, nella migliore delle ipotesi, trasversale”.