La governatrice aspetta il confronto con il leader della Lega. Ma intanto spunta un altro scenario: un esecutivo senza consiglieri. La proposta sembra coerente con l'orientamento dei partiti. Ma Fi potrebbe mettersi di traverso VIDEO
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Partiamo dai dati di fatto: Jole Santelli non ha ancora parlato né con Matteo Salvini, né con Giorgia Meloni. Il lavoro sulla nuova giunta regionale è dunque sospeso in attesa che la governatrice incontri i leader di Lega e Fratelli d'Italia.
In realtà, i faccia a faccia con i due principali azionisti del centrodestra sarebbero già dovuto avvenire questa settimana, ma l'emergenza Coronavirus (che ha sottratto molto tempo a Santelli) e il nuovo focolaio di crisi che interessa l'esecutivo Conte (Salvini invoca un governissimo, Meloni chiede il voto) ha di fatto determinato lo slittamento di tutti gli appuntamenti sulla Calabria.
È probabile che gli incontri si tengano all'inizio della prossima settimana, ma al riguardo non vi sono certezze e la stessa Santelli avrebbe confessato ai suoi collaboratori di non sapere quando potrà avviare i tanto attesi confronti.
La clessidra è però implacabile e restano ormai una decina di giorni prima dell'insediamento del nuovo consiglio regionale, che dovrebbe riunirsi il 9 e il 10 marzo, come da accordi informali tra la stessa Santelli e il presidente uscente dell'assemblea, Nicola Irto.
La presidente aveva fatto sapere di voler completare la squadra prima della seduta inaugurale, dunque il tempo stringe.
La nuova idea sul tavolo
Continuiamo, adesso, con le ipotesi più accreditate circa la fisionomia del prossimo esecutivo. Quella più in voga nelle ultime ore è questa: un governo di non eletti.
Secondo i bene informati, la governatrice potrebbe infatti mettere sul tavolo delle trattative uno schema ben preciso, che prevederebbe solo assessorati esterni (7), per un governo di cui non farebbe parte alcun consigliere regionale.
Attenzione, non si tratterebbe di un revival della giunta dei professori di oliveriana memoria. Santelli, a differenza del suo predecessore, avrebbe in squadra solo i due “tecnici” già nominati – il capitano Ultimo e l'astrofisica Sandra Savaglio – e lascerebbe gli altri cinque posti a disposizione dei partiti del centrodestra.
La governatrice non avrebbe insomma intenzione di venire meno al proposito di varare una giunta prettamente politica.
Una proposta coerente
A ben guardare, una giunta composta da non eletti sarebbe coerente con le dinamiche che stanno emergendo dalle varie forze della coalizione. La Lega, che non ha revocato il divieto al doppio incarico, si appresta a indicare assessori esterni anche per via del rifiuto degli eletti di lasciare il seggio in Consiglio.
I nomi al momento più gettonati sono infatti quelli dell'avvocato e volto tv Cataldo Calabretta e dell'ex parlamentare di origini calabresi Anna Mancuso, entrambi “estranei” agli elettori.
Questa impostazione non colliderebbe neppure con i desiderata di Fdi, il cui aspirante assessore più quotato è l'ex consigliere Fausto Orsomarso. Nessun problema neanche dall'Udc, che da tempo ha messo in campo il nome del suo coordinatore regionale, l'ex presidente di Palazzo Campanella Franco Talarico.
I problemi più grossi sono in Fi
I problemi più grossi, paradossalmente, Santelli potrebbe trovarseli in casa, cioè nel suo partito. In Forza Italia, primo azionista del centrodestra regionale, sono diversi i consiglieri che lavorano sottotraccia per ottenere un posto in giunta. Per dirla con le parole di un buon conoscitore di uomini e cose calabresi: «Ognuno di loro ha un personale sogno “erotico”».
Nominarne uno, per la governatrice, significherebbe perciò scontentarne tanti altri. Il discorso vale per tutti i partiti: con una giunta composta esclusivamente da esterni, Santelli lascerebbe con l'amaro in bocca tutti i “suoi” consiglieri, quindi nessuno in particolare.
Potrebbe anche andar bene così. Certo, una giunta non è per sempre, e la presidente, secondo quelli che sostengono la fondatezza di questa ipotesi, avrebbe anche la possibilità di fare un «tagliando» a sei mesi, un anno.
I vantaggi di questa scelta
Ci sono poi i vantaggi evidenti, perché Santelli, escludendo gli eletti, avrebbe più margini di manovra per andare incontro alle richieste dei partiti alleati, che potrebbero contare su più caselle da riempire. È vero, le controindicazioni esistono: sette assessori esterni significano sette “superstipendi” extra per le casse della Regione.
Ma la Calabria ci è già passata: vero, Oliverio?
bellantoni@lactv.it