«La Calabria non finisce mai di stupire. La drammatica vicenda della prematura scomparsa della presidente Jole Santelli, come sappiamo, ci porterà ad elezioni anticipate ma tutto ciò rischia di creare una situazione davvero grottesca. Ecco perché: il Consiglio regionale è ormai congedato e rimane in carica esclusivamente per provvedimenti indifferibili e urgenti. La Corte Costituzionale è stata chiara e ci sono le sentenze a dimostrarlo». È quanto riferisce Carlo Guccione, consigliere regionale Pd che evidenzia: «Il Consiglio, infatti, dispone di poteri attenuati confacenti alla loro situazione di organi in scadenza. Ciò significa che i procedimenti legislativi e gli atti, con lo spirare del termine della legislatura, subiscono senz’altro l’effetto della decadenza, ma resta tuttavia nella disponibilità del Consiglio approvare gli atti necessari e indifferibili.

La Corte Costituzionale ha riconosciuto la continuità funzionale del Consiglio regionale durante la fase preelettorale e fino alla sua sostituzione».

 

Pertanto «il Consiglio regionale – rimarca Guccione - non solo deve limitarsi ad assumere determinazioni del tutto urgenti e indispensabili, ma deve comunque astenersi, al fine di assicurare una competizione libera e trasparente, da ogni intervento legislativo che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentiae nei confronti degli elettori. È dunque chiara la manovra del centrodestra a Palazzo Campanella: si vogliono approvare provvedimenti clientelari che non hanno nulla di urgente e indispensabile, ma è un assalto alla diligenza attraverso atti illegittimi che la Corte costituzionale ha censurato».

 

Per l’esponente dem: «Anche alcuni punti inseriti all’ordine del giorno del Consiglio odierno non sono urgenti e indifferibili per come prevede la Corte Costituzionale, ma sono finalizzati a intercettare, in modo poco trasparente, i voti degli elettori calabresi. Così come è accaduto alla penultima assemblea – aggiunge - non parteciperò alla seduta per non legittimare provvedimenti che non possono essere approvati. Come minoranza abbiamo inviato un ricorso alla Presidenza del Consiglio dei ministri per impugnare questi provvedimenti che non sono stati inseriti in questi ultimi Consigli per il bene della Calabria ma solo al fine di condizionare i voti dei calabresi».