Sotto il cielo della Regione Calabria la confusione è grande, ma la situazione è tutt'altro che eccellente. I dipendenti pubblici inseriti nelle strutture speciali di politici e dirigenti continuano a tenere il fiato sospeso e a non ricevere risposte dalla politica e, nello specifico, dal titolare della delega al Personale, l'assessore in quota Fdi Filippo Pietropaolo.

I componenti degli staff che operano negli uffici di Giunta e Consiglio temono di dover dire addio alle indennità economiche e di essere pure obbligati a restituire quelle ricevute in passato. Ogni strutturato percepisce dai 500 ai 2mila euro al mese, soldi erogati come trattamenti accessori per via delle prestazioni extra fornite da dipendenti che, lavorando al fianco di assessori, consiglieri regionali e dirigenti generali, hanno orari di lavoro variabili.

La situazione potrebbe diventare esplosiva. Tra qualche giorno è previsto il pagamento delle indennità e un'eventuale stop rischierebbe di provocare una rivolta degli uffici da cui dipende il buon funzionamento della Regione.

Il Caso

Il caso che da settimane turba i sonni del personale di Cittadella e Consiglio sarebbe nato dopo una sentenza del Tribunale di Catanzaro, confermata in appello nel dicembre 2020, che ha giudicato illegittime le indennità percepite dai membri delle strutture, in quanto non previste dalla contrattazione collettiva, con tanto di richiesta di recupero delle somme già corrisposte. Una pronuncia che avrebbe attivato la Corte dei conti per la verifica di possibili danni erariali e spinto i revisori dei conti della Regione a dare parere negativo sulla erogazione delle indennità per il futuro.

A complicare il quadro generale spunta ora un'altra sentenza del Tribunale di Reggio Calabria, datata gennaio 2021, su una contesa tra un dipendente del Consiglio e la Regione. Il giudice del lavoro, anche in questo caso, ha chiarito che «il riconoscimento del diritto alle indennità economiche del pubblico impiego deve trovare giustificazione nella legge nazionale e nella contrattazione collettiva nazionale o in quella decentrata se autorizzata da quella nazionale».

La via d’uscita

Malgrado la confusione generale e il rischio di una paralisi amministrativa, Pietropaolo – secondo quanto riferiscono diversi addetti ai lavori – non avrebbe ancora chiarito le sue intenzioni né indicato la via per uscire da quello che sembra un vero e proprio pantano amministrativo. Molti funzionari aspettavano parole di chiarezza anche dal presidente Roberto Occhiuto, che finora ha però sempre preferito tenersi lontano dalla questione. «Il clima – spiega un dirigente della Cittadella – è tesissimo, ma per la politica questo argomento è quasi un tabù. La speranza è che si capisca che, senza una soluzione immediata, la Regione rischia la paralisi».

Fonti qualificate della Cittadella assicurano comunque che Pietropaolo, in accordo con il capo del dipartimento Personale, Sergio Tassone, sarebbe al lavoro su una legge che dovrebbe sanare le attuali anomalie delle strutture.

Due le ipotesi in esame: erogare indennità onnicomprensive per i dipendenti delle “speciali” o adeguare le norme vigenti sulle strutture – la 7 e la 8 del 1996 – al testo unico sul pubblico impiego (decreto legislativo 165 del 2001). La nuova legge dovrebbe approdare in Consiglio entro la fine di aprile.

Le nomine di Occhiuto

Novità anche dal decimo piano del palazzo di Germaneto. Occhiuto, dopo aver indicato Alfonso Mezzotero come capo dell'Avvocatura, entro la fine di aprile potrebbe procedere con le nomine di altri direttori generali e dei vertici di alcuni enti controllati come Film commission. Nel giro di qualche giorno, inoltre, il governatore nominerà un reggente per la Stazione unica appaltante, rimasta vacante dopo il pensionamento del dg Mario Donato.

Lo spoils system avviato dal presidente, in ogni caso, si completerà solo dopo l'approvazione del Rendiconto di gestione. Quanto alla Giunta, a breve dovrebbe dare il via libera a una modifica della struttura burocratica della Cittadella (finalizzata a rendere più efficienti alcuni settori e a chiarire le funzioni di altri) e procedere con nuove stabilizzazioni di personale (legge Madia) e altre assunzioni di dirigenti.