In merito all’articolo dal titolo “Elezioni Calabria, dopo l’apertura della Lega a Draghi centrodestra in subbuglio”, il presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, con una nota ufficiale, replica quanto segue:

 

«Smentisco categoricamente la ricostruzione del giornalista Riccardo Tripepi, il quale, nell’articolo “Elezioni Calabria, dopo l’apertura della Lega a Draghi centrodestra in subbuglio”, pubblicato sulla testata online Lacnews24.it, arriva ad affermare che il sottoscritto “preme per ottenere un nuovo rinvio” delle elezioni regionali. Si tratta, invero, di una ricostruzione priva di qualsiasi fondamento, frutto di una interpretazione personale a dir poco fantasiosa. Le elezioni sono state da me indette per il prossimo 11 aprile e, per quanto mi riguarda, non esistono alternative o ipotesi di rinvio, anche in considerazione del fatto che il presidente di Regione, in questa fase, non ha il potere per spostare ulteriormente in avanti la data delle consultazioni; né si capisce rispetto a quale istituzione avrei la facoltà di fare pressioni per posticipare il voto. Il giornalista svolge un mestiere importante quanto difficile: chi si pone l’obiettivo di informare l’opinione pubblica dovrebbe perciò agire con grande scrupolo e permettere ai lettori di capire la differenza tra fatti e opinioni personali senza riscontri».

 

Alla nota diramata dall’ufficio stampa della Regione, Spirlì ha fatto seguire anche un post sul suo profilo facebook: «Avvisate, cortesemente, il signor Tripepi che il presidente Spirlì NON RINVIA E NON CHIEDE RINVII di alcunché! Fate il vostro lavoro rispettando la Verità: un conto sono le opinioni PERSONALI, ben altro il dovuto rispetto dei fatti concreti.

Mi rammarico per come il signor Tripepi, da mesi, mi consegna azioni e pensieri che non mi appartengono. E sì che ci conosciamo da anni...».

Risponde Riccardo Tripepi

Il signor Nino Spirlì, che in effetti conosco da diverso tempo come si premura di sottolineare, smentisce di aver chiesto un rinvio delle elezioni fissate per il prossimo 11 aprile con suo decreto.

Decreto arrivato dopo infinita polemica con il governo allora presieduto da Giuseppe Conte e dopo un tira a molla estenuante con l'allora ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

Spirlì, giustamente preoccupato per l'emergenza sanitaria in atto, voleva un appoggio del governo nazionale, guidato da forze alternative al suo partito, per rinviare le elezioni. Non voleva assumersene la responsabilità in quanto Forza Italia e Fdi volevano le elezioni alla prima data utile e cioè il 14 febbraio.

Alla fine, spalle al muro, ha deciso di sua iniziativa, e assumendosene la responsabilità, di rinviare la data delle elezioni all'ultima domenica utile, 11 aprile, prevista dalla finestra fissata dal decreto del governo.

Ovviamente, come scritto più volte, il signor Spirlì non avrebbe possibilità di procedere ad ulteriore rinvio di sua iniziativa e sarebbe necessario un ulteriore intervento del governo.

Eppure il presidente della Repubblica ha deciso di non fare a andare il Paese al voto e di affidare un incarico a Draghi. La Lega, il partito di Spirlì, a Reggio Calabria, ha violentemente attaccato il sindaco Giuseppe Falcomatà per avere mantenuto la data delle elezioni metropolitane al 24 gennaio, elezioni di secondo livello e senza cittadini al voto, per ridurre il rischio contagio.

Lo stesso Salvini ha cambiato idea sulla data del voto, cambiando idea e dando la disponibilità al sostegno al governo Draghi.

In Regione si continua a procedere a nomine dirigenziali, e anche politiche, a 60 giorni dal voto.

In tutti gli schieramenti si predica prudenza e si monitorano i dati del contagio da Covid che hanno portato lo stesso Spirlì ad essere più che prudente sulla riapertura delle scuole.

Dentro il centrodestra e dentro la Lega le posizioni sul voto sono variegate e fonti autorevolissime, vicine a Matteo Salvini, indicano una posizione di Spirlì orientata ad un rinvio della data del voto.

Il giornalista, come dice il signor Spirlì, svolge un mestiere difficile che è quello di raccontare i fatti e verificare le fonti. Così è stato fatto e, dunque, si prende atto che la volontà ultima del presidente e della Lega è quella di votare il prossimo 11 aprile.