La candidatura di Jole Santelli? Tutt'altro che definitiva. Almeno, è questo che si intuisce dalle parole di Matteo Salvini, che ieri – a margine del convegno del Fsp a Venezia – è tornato a parlare di Calabria, dove lui stesso arriverà giovedì prossimo per dare il via alla campagna elettorale della Lega.

«Aspettiamo che gli alleati facciano una scelta, noi siamo a disposizione. Speriamo di fare una bella scelta di cambiamento e di futuro anche in Calabria. È una terra che merita tanto», ha detto l'ex ministro. Che non ha fatto alcun accenno al fatto che l'accordo elettorale sia già stato chiuso.

A una precisa domanda sulla possibile candidatura di Santelli, inoltre, Salvini ha preferito rimanere sul vago, non senza sottolineare la necessità di un rinnovamento generale: «A me va bene qualsiasi nome che guardi al futuro. Non poniamo veti, però i calabresi, come tutti gli italiani, vogliono guardare avanti, non indietro».

Difficoltà

Quel che è certo è che il leader della Lega ha fatto intendere che nel centrodestra i giochi non siano ancora fatti. E, a riprova della grande confusione sotto il cielo del centrodestra, è arrivata pure la dichiarazione, di tutt'altro segno, del portavoce dei gruppi parlamentari di Fi, Giorgio Mulè, secondo cui «sulle Regionali in Calabria il centrodestra ha trovato l'unità sul profilo del candidato che sarà espressione di Forza Italia».

L'ex direttore di Panorama ha tuttavia ammesso l'esistenza di qualche difficoltà interna allo schieramento: «Quanto ai veti, ci furono perplessità anche per Vito Bardi in Basilicata, che poi è stato candidato e ha vinto, così come per Danilo Toma in Molise, entrambi di Forza Italia. C'è solo un modo per perdere, ed è quello di dividersi».

Intanto, anche in Fratelli d'Italia cresce la tensione. La commissaria regionale Wanda Ferro ha chiesto che venga convocato al più presto il tavolo nazionale del centrodestra «per fare la scelta migliore».

Occhiuto in campo

L'accordo sul nome del candidato presidente, in ogni caso, dovrebbe arrivare entro la fine di questa settimana. E malgrado l'appello della vicepresidente della Camera, Mara Carfagna («bisogna scongiurare la spaccatura del partito»), sembra ormai certa la corsa solitaria del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, che ha fatto sapere di voler restare in campo comunque e di aver già avviato la raccolta delle firme.

«Non sarebbe accettabile – ha spiegato – che io mi ritirassi per un diktat di forze politiche nazionali, un'azione di prevaricazione che non posso accettare». Se invece quelle stesse forze nazionali – da lui corteggiate per molto tempo – avessero detto di sì alla sua candidatura, allora di certo sarebbe andato tutto bene.

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