Cosenza - "Fateci caso: in questi giorni tutti parlano di ndrangheta, e si parla di pacchetti di tessere acquistate. Sul tema però fino a qualche settimana fa si registrava un silenzio imbarazzante - si legge nella nota di Magarò - i candidati alla carica di consigliere regionale della Calabria avrebbero potuto e dovuto pronunciarsi su questo tema, che non rappresenta un problema, ma 'il' problema del nostro paese, e della nostra regione".


"Evidentemente si pensa che l'argomento non paghi in termini di voti e si continua a ritenere più conveniente la promessa elettorale vecchia maniera - continua - Ora, da candidato appena uscito, da questa campagna elettorale, sono felice di poter smentire questa convinzione. Tante sono le persone che mi hanno sostenuto benché non avessi nulla da offrire in termine di favori, benché non avessi alle spalle gruppi di potere né personaggi influenti, avendo condotto una campagna elettorale sobria, senza manifesti, cene, meeting e aperitivi".


"Ho girato nei paesi della provincia di Cosenza, raccontando quello che ho fatto e quello che ancora si deve fare in termini di legalità, trasparenza delle pubbliche amministrazioni e lotta alla ndrangheta - aggiunge Magarò -ho raccontato alla gente che esiste una legge regionale da me proposta che apre corsie preferenziali nei concorsi regionali ai testimoni di giustizia e alle vittime della criminalità organizzata. (..) Ho constatato che i cittadini calabresi sono maturi e consapevoli del fatto che la lotta alla ndrangheta non è solo una questione etica: il suo valore è misurabile in investimenti e posti di lavoro, cioè benessere di molti, e non per pochi che di volta in volta riescono ad entrare nel cerchio magico di chi gestisce un po' di potere".