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REGGIO CALABRIA - In autunno la Calabria tornerà alle urne. E’ questa l’unica certezza dopo la sentenza emessa dal Tar di Catanzaro che ha ordinato alla governatrice Antonella Stasi di indire i comizi elettorali entro i prossimi dieci giorni pena il commissariamento della stessa Regione. Nonostante tutto il balletto delle date prosegue.
La lettera. In molto vorrebbero tornare al voto il 26 ottobre, in concomitanza con le elezioni comunali di Reggio Calabria. Diversa la posizione dei capigruppo della maggioranza in consiglio regionale. L’ultimatum imposto dai giudici amministrativi alla politica calabrese ha risvegliato dal torpore estivo anche loro. In un documento Gianpaolo Chiappetta dell’Ncd, Ennio Morrone di Forza Italia, Gaetano Bruni dell’Udc, Alfonsino Grillo della Lista Scopelliti e Giulio Serra di Insieme per la Calabria hanno ufficialmente chiesto alla governatrice Antonella Stasi e al presidente Franco Talarico l’indizione delle elezioni per domenica 9 novembre e l’immediata convocazione dell’assemblea di palazzo Campanella.
Settimana decisiva. In attesa delle determinazioni della presidente facente funzioni della giunta regionali, è ormai sicura la convocazione del consiglio regionale che tornerà a riunirsi la prossima settimana per modificare la controversa legge elettorale sulla quale pende la scure della corte costituzionale. Non a caso Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili, in un’altra dichiarazione, chiede alla Stasi di non fissare la data delle elezioni prima del loro incontro in programma a palazzo Alemanni lunedì. Corbelli teme che, in assenza delle opportune variazioni alla riforma elettorale, il risultato delle elezioni possa essere sospeso o addirittura invalidato. Insomma i colpi di scena non sono ancora finiti e quest’interminabile telenovela, che sta sempre più conquistando spazi sui media nazionali, è destinata a proseguire ancora per un po’. Almeno per i prossimi dieci giorni, termine ultimo imposto dal Tar per evitare l’onta del commissariamento e, di conseguenza, un epilogo ancora più clamoroso di una legislatura assai discutibile.