Il coordinatore calabrese del Movimento contro il candidato sostenuto dal Pd: «Ha rifiutato la candidatura con noi e ora si prepara a prendere i voti di Oliverio»
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«In queste festività Pippo Callipo avrà troppo abusato di spumanti e panettoni, al punto da abbandonarsi ad affermazioni di pancia comiche quanto fantasiose».
È quanto afferma il coordinatore del Movimento 5 Stelle per le regionali, Paolo Parentela, stigmatizzando alcune affermazione del candidato alla presidenza della Regione sostenuto dal Pd, Pippo Callipo.
Innanzitutto, Parentela smentisce che l’imprenditore vibonese abbia contribuito alla nomina di Anna Laura Orrico a sottosegretario e alla rielezione di Laura Ferrara. «Callipo - dice Parentela - non è il presidente del Consiglio, non è ministro del governo nazionale e non è stato, al contrario della nostra Laura Ferrara, membro del Parlamento Ue. Dunque è grave la sua caduta di stile quando, nelle sue euforiche uscite, ha cercato di mettere il bollino sulla nomina di Anna Laura Orrico quale sottosegretario di Stato e sulla rielezione di Ferrara, dovuta esclusivamente al proprio lavoro politico, quale parlamentare europeo».
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Il coordinatore calabrese dei 5s, poi, nega che il candidato del Partito democratico riesca ad esprimere il suo appeal elettorale tra i pentastellati.
«Noi 5 Stelle non siamo affatto con Callipo – sottolinea -, perché l’imprenditore, che ha dimostrato di intendere la politica come se fosse la sua azienda personale, non ha sbarrato la porta ai vecchi “arnesi” di palazzo e della burocrazia regionale; per esempio Carletto Guccione, Flora Sculco e Sergio Arena, ex dg dell’Asp di Crotone, nominato, confermato, favorito e premiato dal suo sponsor politico, Mario Oliverio».
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Infine, Parentela rimarca che il re del tonno «ha rifiutato la candidatura con il Movimento, preferendo gettarsi nelle braccia del Pd e disponendosi a ricevere i voti della dote di Oliverio, lo stesso soggetto che ha tre importanti procedimenti penali sul groppone, che l’aveva accusato di essere destrorso e addirittura di dubbia affidabilità a causa di alcune rivelazioni infondate di pentiti». «Allora - aggiunge - il nostro candidato governatore, Francesco Aiello, difese Callipo da queste accuse, sia per onestà intellettuale che per correttezza politica».
Velenosa la chiosa finale: «Comprendiamo lo sforzo titanico che Callipo è costretto a compiere per salvare la faccia, dopo che il Pd gli ha imposto in lista propri esponenti della vecchia guardia. Ma Callipo deve imparare a contare almeno fino a dieci, prima di pronunciare nomi e parole che sa essere prive di fondamento e che raccontano, invece, della difficoltà in cui si trova a dover timonare la nave di “squali” che gli hanno affidato. Altro che tonni e Sardine!».