VIDEO | Nonostante la chiusura di Bruni e de Magistris che sembra non intendano farsi da parte, l’ex governatore insiste: «L’unità è ancora possibile, il Pd rinsavisca». La sponda di Sposato (Cgil) - (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Io insisto e non rinuncio all’obiettivo di sbarrare la strada alla destra e creare le condizioni per un governo unito di questa Regione. Ho fatto una proposta, e ritengo ci siano ancora le condizioni per un percorso di ricomposizione tra le forze in campo. Ho dichiarato che sono pronto a ritirare la candidatura, ma ora si tratta di capire concretamente chi vuole ricomporre il centrosinistra. Sarebbe suicida, oggi, non anteporre il bene comune della Calabria, attraverso uno sforzo generoso da parte di tutti, per trovare le ragioni dell’unità».
«Serve un nome nuovo»
Così Mario Oliverio, a LaC News24, rilancia la sua proposta di trovare, in accordo con Amalia Bruni e Luigi de Magistris, un nome nuovo capace di ricompattare l’area dei progressisti e riformisti calabresi. Per nulla domo, il politico di San Giovanni in Fiore, mostra di non arrendersi neanche dopo le dichiarazioni giunte nella serata di ieri da parte della candidata del Pd e del sindaco di Napoli, che hanno rispedito al mittente l’invito a ritirare la candidatura.
«Unità ancora possibile»
Per lui, l’unità è ancora possibile, ma solo se si abbandoneranno i motivi della divisione e si faranno prevalere quelli del bene comune, al fine di imboccare il percorso dell’unità. Voglia di ulteriori passi indietro non ce n’è. Oliverio lo dice a chiare lettere che comunque rimane in campo e lavora alacremente alla formazione delle due liste annunciate. Ma solo se ne sarà costretto rimarrà in campo in prima persona con la sua candidatura.
«Mi auguro si possa ancora riflettere sulla mia proposta – continua Oliverio -. Io non mi arrendo all’idea di un centrodestra favorito per la vittoria, e non mi arrendo all’idea che questa regione continui ad essere guidata da Spirlì e da Occhiuto. In questi lunghi mesi si è riproposta la destra che aveva governato in passato, col suo vero volto, dimostrando di essere una forza non all’altezza della situazione e dando l’immagine di una regione ripiegata su metodi che sono alla base della sua stessa condizione».
«Il Pd rinsavisca»
Oliverio spera quindi che ci sia spazio ancora per far prevalere l’interesse generale, e dopo l’appello ai candidati alla presidenza, si rivolge direttamente ai partiti che – dice ancora - «dovrebbero rinsavire, a partire dal Pd. Perché gli appelli all’unità io li ho colti ed ho fatto una proposta per costruire le condizioni per sconfiggere la destra. Chi la farà vincere, invece, è chi non accede a questo percorso tentando di coprirsi con appelli roboanti. Lo fa perché non ci crede, facendo prevalere interessi particolaristici».
Cgil: «Unità e buon governo»
In tal senso, Oliverio fa suo anche l’ultimo appello all’unità proveniente dal segretario generale della Cgil calabrese, Angelo Sposato che, dopo aver criticato la gestione degli incendi che hanno divorato la montagna calabrese da parte dell’attuale giunta regionale, invoca unità e buon governo: «Nell’imminenza del voto regionale di ottobre, ci saremmo aspettati nel campo del centrosinistra, dai candidati alla Presidenza, dai partiti nazionali, un gesto di responsabilità per evitare di consegnare nuovamente la Calabria nelle stesse mani (del centrodestra, ndr), ed offrire un progetto alternativo a quella che rischia di essere una tra le peggiori giunte del regionalismo calabrese ma che rischia di trovarsi nello stesso posto grazie alle tante divisioni e frammentazioni del centrosinistra».
Sposato, poi, non rinuncia ad una critica più particolareggiata dello schieramento di centrosinistra, con in testa il Pd: «Sono evidenti tutti i limiti di chi ha gestito in questi anni le diverse fasi politiche calabresi non conoscendo la Calabria, ed oggi, anche la presenza nella coalizione del centrosinistra di personalità e sensibilità diverse, dimostra come sarebbe stato possibile e si siano persi anni per ricomporre un mondo frammentato che aveva bisogno di evitare personalismi e rendite di posizione, di rappresentanza, di rinnovamento, ascolto, dialogo, umiltà».
Da qui l’appello ai candidati del centrosinistra perché in queste ore si ritrovino le ragioni per l’unità: «è un loro dovere offrire al popolo calabrese un’alternativa valida e concreta. In queste ore serve grande umiltà ma serve anche una iniziativa seria, per tentare di dare una speranza ai Calabresi. Per queste ragioni chiediamo ad Enrico Letta, Giuseppe Conte, Roberto Speranza, Amalia Bruni, Luigi De Magistris, Mario Oliverio, di assumere direttamente ogni iniziativa utile per le convergenze necessarie e superare le divisioni che rischiano di danneggiare ulteriormente la Calabria ed i cittadini calabresi».
Il “niet” di Bruni e de Magistris
Per la verità i due candidati a cui Oliverio ha rivolto l’invito di fare un passo indietro, hanno risposto a stretto giro di posta. E non certo positivamente. Luigi de Magistris ha inoltre voluto, se possibile, piantare nuovi paletti recintando ancora di più la sua candidatura: «Noi siamo oltre il centrosinistra e – ha scritto in una nota - vogliamo garantire un futuro florido alla Calabria. Chi vuole ci sostenga senza se e senza ma. Ho apprezzato la presa di distanza di Mario Oliverio dai vertici del commissariato partito democratico calabrese. Voglio però ribadire a lui e a tutti, per l’ennesima volta, che non esiste nessuna possibilità di un ritiro della mia candidatura e della nostra coalizione».
E non si è fatta attendere neanche la replica di Amalia Bruni che, a margine di una manifestazione elettorale a Crotone ha detto, riferendosi alla nota diffusa da Oliverio: «Non mi occupo di politichese, ma solo di vita di ogni giorno. Sono al lavoro con i calabresi per una Calabria migliore. Io vado avanti». Ma la scienziata lametina che sta incontrando professionisti e giovani per definire le ultime candidature, ha riservato una stoccata anche a de Magistris: «Che non stia nel recinto del centrosinistra era già chiaro, d’altronde è nei fatti la stampella della destra».