Il presidente della Giunta regionale rischia di pagare l’eccessivo accentramento nella gestione della Cittadella e i rapporti non idilliaci con il segretario di Forza Italia Tajani. Il sindaco di Reggio Calabria ha il suo tallone d’Achille nella litigiosità del Pd e nel difficile rapporto con gli alleati del M5s
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I nostri sondaggi sui leader più amati in Calabria dei due schieramenti politici hanno assegnato la vittoria rispettivamente al presidente Roberto Occhiuto e al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Ovviamente non si tratta di un sondaggio scientificamente inteso, piuttosto di una sorta di gradimento dei leader politici da parte dei lettori del nostro sito. Ma l’indicazione venuta fuori è significativa della sfida che potrebbe profilarsi fra due anni per la conquista della Cittadella.
Roberto Occhiuto ha già detto in più occasioni di volersi ricandidare, Giuseppe Falcomatà è giovane sindaco che fa parte della nuova classe dirigente del Pd. Ovviamente entrambi hanno pregi e difetti che potrebbero avere un peso nella candidatura finale.
Roberto Occhiuto
Partiamo dal presidente Occhiuto. Il forzista ha lanciato per la prima volta la sua ricandidatura in un’occasione particolare ovvero la celebrazione dei due anni del Governo Meloni a Reggio Calabria. Il suo annuncio è arrivato un po’ a sorpresa, davanti gli alleati. Qualcuno vi ha letto una sorta di sgrammaticatura o meglio di uno scarso garbo verso quello che era il tema della giornata ovvero il governo nazionale non quello regionale. Fatto sta che al suo annuncio è seguito un silenzio da parte degli alleati che secondo molti non erano affatto al corrente della sua decisione. Solo i capigruppo regionali della maggioranza sono intervenuti con una nota, ma per le polemiche sollevate da Amalia Bruni. Né dichiarazioni sono arrivate dopo che Occhiuto ha reiterato la sua volontà di ricandidarsi.
Il punto debole di Occhiuto forse sta proprio in questo, nell’avere troppo accentrato su di sè il governo della cosa pubblica senza un coinvolgimento delle altre forze della coalizione. Non è un caso se in una recente dichiarazione, Occhiuto si è definito una sorta di manager della Calabria. Ma se un amministratore delegato ha pieni poteri, un pubblico amministratore, inevitabilmente, deve stare attento agli equilibri politici. E se i consiglieri regionali devono fare buon viso a cattivo gioco, non così a Roma.
A proposito di Roma, resta tutto da chiarire il peso reale di Occhiuto all’interno del suo stesso partito. C’è chi dice che i rapporti con il segretario Antonio Tajani non sono più così idilliaci dopo il congresso nazionale forzista con il nostro presidente che chiedeva il voto del congresso e Tajani che ha costruito per cooptazione la segreteria. Con buona pace delle truppe che il nostro presidente aveva portato a Roma.
Se questi sono i punti deboli sul piano politico, sul piano amministrativo il tallone d’Achille ovviamente è la sanità che Occhiuto gestisce nelle vesti di commissario. Si può discutere quanto si vuole di questioni tecniche come i Lea, della possibile uscita dal piano di Rientro, ma la realtà dice che i territori restano spogliati di presidi sanitari, le ambulanze viaggiano senza medico, la risposta alla domanda sanitaria, al di là dell’irrituale conferenza stampa insieme al presidente di Gimbe, non è ancora sufficiente.
Dalla sua Occhiuto può rivendicare alcuni meriti come un'immagine diversa e più moderna della Calabria. I Capodanno in diretta Rai hanno contribuito alla costruzione di questa immagine e la scelta di investire molto sugli aeroporti per implementare l’incoming in Calabria darà certamente i suoi frutti, soprattutto se accompagnato da una serie di azioni a sostegno della ricettività turistica. Sul piano politico, poi, Occhiuto in Calabria non ha rivali nella dialettica e nell’analisi. Pochissimi sotto questo profilo in Calabria riescono a tenergli testa.
Giuseppe Falcomatà
Sull’altro fronte Giuseppe Falcomatà ha la sua una buona immagine, il viso del bravo ragazzo. Uscito indenne da una serie di inchieste, per prima cosa però ha preso a litigare con il suo partito per la composizione della giunta. Paradossalmente il punto di debolezza del sindaco sta proprio nel Pd e nella sua proverbiale litigiosità. Gestire una città come Reggio non è facile per nessuno e come sindaco Falcomatà è abbastanza discusso in città. Bisogna vedere poi che rete riuscirà a costruire attorno a sè oltre Reggio, visto che alla candidatura aspirano anche altri suoi colleghi, come il sindaco di Cosenza, Franz Caruso o quello di Corigliano Rossano, Flavio Stasi che ha un profilo civico che potrebbe andare bene anche agli alleati. E sotto questo aspetto bisogna vedere se davvero la scelta del candidato toccherà al Pd. Potrebbe anche darsi che il M5s rivendicherà la possibilità di scegliere un proprio rappresentante e il nome che gira è quello dell’europarlamentare Pasquale Tridico. Insomma Falcomatà per arrivare alla candidatura deve schivare il fuoco amico del suo partito e le ambizioni dei grillini.
Ulteriore complicazione, a nostro giudizio, è la scelta della segretaria Schlein di anticipare il congresso regionale. Questo farà slittare almeno a giugno la possibilità di individuare un candidato per il centrosinistra. Insomma significa altra perdita di tempo che potrebbe giocare tutto a favore del centrodestra.
Entrambi hanno quindi molte possibilità di arrivare alla fine della corsa, ma due anni in politica sono un’era geologica. Tutto potrebbe cambiare e bisogna vedere come entrambi riusciranno ad adattarsi ai cambiamenti che potrebbero registrarsi. Ad oggi, per i nostri lettori, sono quelli che maggiormente meritano di rappresentare la Calabria.